Psicologia e giustizia

Psicologia e giustizia sembrano muoversi su due logiche parallele. Nel quotidiano, quando pensiamo alla giustizia ci riferiamo al sentirci riconosciuti nelle buone intenzioni e a essere difesi da chi ci fa un sopruso. Per il modo giuridico, invece, giustizia significa fare rispettare le leggi, che è una cosa molto diversa. Il mondo giuridico non si occupa di per sé del sentire individuale, la psicologia si; il mondo giuridico non si cura del senso di soddisfazione individuale verso lo stato, ma del rispetto della norma. E quando la società sprofonda in un vuoto valoriale, la norma da rispettare diventa la norma da evitare: lo stretto legame che dovrebbe esserci tra individuo e norma sociale si spezza, la giustizia è percepita persecutoria e l’individuo perde la speranza e il senso di protezione nel gruppo sociale. Psicologia e giustizia dovrebbero essere due scienze complementari: l’una dovrebbe garantire la sicurezza affettiva che consente il rispetto spontaneo delle norme sociali, l’altra assicurare il benessere e il senso di protezione dell’individuo nel gruppo sociale a cui appartiene. Quando invece la cultura crea una scissione tra individuo e società (una dicotomia cartesiana che tende a separare ambiti diversi), si crea un divario che rende la psicologia una scienza separata dalla dimensione normativa, e la giurisprudenza una scienza che non sa gestire il vissuto individuale. C’è un campo in cui le due scienze hanno bisogno l’una dell’altra, ed è la psicologia giuridica, in cui il giudice ricorre all’aiuto del consulente psicologo per applicare la norma che reputa più adatta alla situazione soggettiva e relazionale rilevata dallo psicologo.
Di questo argomento, così attuale nella vita quotidiana, si occuperà il convengo che si svolgerà al palazzo Vermexio di Siracusa, sabato 16 marzo p.v., organizzato dall’Istituto di Gestalt HCC Italy. Studiosi di psicologia, come il professore Santo Di Nuovo e la prof.ssa Angela Maria Di Vita, e di diritto penale e criminologia, come il Prof. Salvatore Aleo, dialogheranno assieme al presidente e all’ex-presidente dell’Ordine degli Avvocati, Troja e Grimaldi, sull’importanza di integrare i due linguaggi, quello giuridico e quello psicologico, per gestire situazioni drammatiche, come quella dell’affidamento dei figli nelle separazioni o dell’abuso sui minori, con il massimo rispetto per l’integrità dell’esperienza umana. Il convegno apre la strada al Master di Psicologia Forense, che ha lo scopo di integrare appunto i due linguaggi nel lavoro peritale con i minori. È infatti per loro, i bambini che soffrono, che la psicologia e la giustizia devono innanzitutto incontrarsi.
Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb

Psicologa, Psicoterapeuta

Direttrice Istituto di Gestalt, H.C.C., (Siracusa, Palermo, Milano)

www.gestalt.it

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