La neuroeconomia e la corruzione politica.

neuroeconomia

[Il Prof. Woland per La città invisibile]

La neuroeconomia è una scienza giovanissima che studia – soprattutto mediante la tecnica delle neuro immagini, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) –  i meccanismi cerebrali della decisione umana, con particolare riferimento alla dimensione emotiva delle nostre scelte.

Tenterò di rispondere, alla luce di questi studi, ad una  domanda che spesso ci assilla relativa al comportamento dei nostri politici e/o dirigenti (gli esempi sono innumerevoli, purtroppo):

Perché i ricchi e i potenti continuano a desiderare denaro oltre ogni misura, mostrandosi incredibilmente avidi,  al punto di imbrogliare, rubare e truffare anche quando sembrerebbero non averne bisogno?

Il fatto è che  il denaro - contrariamente a quanto si crede -  non è desiderato solo come mezzo che consente di realizzare un fine.  La neuroeconomia lo ha dimostrato in diversi, ormai classici, esperimenti.

1. Nel 2001 Brian Knutson (attualmente Professore di Psicologia e Neuroscienze nella Standford University) ed altri  dimostrarono che quando si fornisce ad un soggetto l’opportunità di guadagnare facilmente del denaro, si registra un incremento del rilascio di dopamina in una piccola area del cervello denominata nucleo accumbens*. La dopamina è un neurotrasmettitore che dispensa piacere. Essa viene rilasciata in seguito a stimoli fisiologici che producono gratificazione, soddisfazione, ricompensa (sesso, cibo, acqua) o stimoli artificiali come le droghe.

2. Nel 2004 Carolin Zink, Gregory Berns ed altri hanno dimostrato una decisa attività del corpo striato - una zona del cervello deputata all’elaborazione delle ricompense e del piacere da essi provocate – del soggetto che riceve denaro. Possiamo dunque affermare che il denaro produce degli effetti molto stimolanti, Gli studiosi hanno inoltre rilevato che “il denaro era massimamente saliente quando la sua ricezione dipendeva da una risposta corretta (attiva)“.

In altre parole più ci diamo da fare per ottenerlo maggiori sono gratificazione e piacere.

3. Nel 2005, infine, Birgit Abler in un  altro fondamentale esperimento di neuroeconomia (condotto nella prestigiosa Università di Ulm) ha confermato, sempre mediante fMRI, che il denaro per l’uomo non è un mezzo bensì un bene,  un fine in sé. Si tratta di un fatto biologico legato al processo evolutivo.

È dunque scientificamente provato che (Sacha Gironde, La Neuroeconomia, Il Mulino, 2010, pp.63-64):

“Qualunque sia la sofisticazione della situazione studiata, se questa comporta degli scambi e delle ricompense monetarie, non ci sono dubbi: si attiveranno certamente le parti del cervello legate all’elaborazione delle gratificazioni primarie (come il cibo e il sesso, ndr) e si potranno anche innescare meccanismi neuronali che si incontrano nei casi di tossicodipendenza“.

Quindi è del tutto evidente che è necessario porre in essere tutti gli accorgimenti possibili per evitare che l’occasione faccia l’uomo ladro: norme, controlli, sanzioni severe.

Come insegnava Norberto Bobbio:

Non vi può essere organizzazione senza normazione e non vi è normazione efficace senza sanzione.

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* Questo nucleo fa parte della zona più antica del nostro cervello che viene chiamata cervello rettiliano perché ha le stesse caratteristiche del cervello dei rettili.

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Tag:avidità, denaro e piacere, fMRI, neuro immagini, neuroeconomia, politici, Sacha Gironde

Scritto sabato, 9 giugno, 2012 alle 16:30 nella categoria Senza categoria.
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