Dodici banche formano 37 laureandi

23 mar 2012

L’Ateneo barese

BARI – Dodici banche, 37 stagisti e sei profili formativi. Sono questi i numeri da cui ha preso il via, negli anni scorsi, la convezione tra Università degli Studi di Bari e Commissione regionale Abi, convenzione che stamattina è stata rinnovata per altri due anni e che permetterà ai laureandi in Economia, Giurisprudenza e materie umanistiche come Psicologia, Lettere e Filosofia, di entrare negli istituti e lavorare per loro, in un do ut des bilaterale formativo e di ricerca. I ragazzi saranno seguiti nelle loro attività di apprendimento e ricerca da due tutor, uno della banca e uno dell’Ateneo, in modo che ogni giovane possa essere istradato nel proprio percorso in modo adeguato. “Si va oltre il semplice stage programmato a livello universitario”, apre il rettore Corrado Petrocelli che, con il presidente pugliese dell’Associazione Bancaria Italiana, Alessandro D’Oria, ha fornito i dettagli dell’operazione. Continua: “Queste sono le buone pratiche che puntano all’inserimento professionale dei laureati”. E spiega: “C’è un buco vero e proprio tra il conferimento della laurea e l’inserimento professionale. Noi vogliamo colmare questo vuoto rendendo i giovani già pronti e competenti”. Con questi stage, le banche investono in capitale umano, cercando anche di prendere il meglio delle idee che possono nascere da un giovane laureato, e “noi – mette in evidenza il rettore – possiamo dare loro la possibilità di capire come funziona il mondo del lavoro. Sono buone prassi per l’inserimento professionale”. Un metodo, questo, anche per evitare che i cervelli fuggano, perché “se i nostri giovani trovano lavoro all’estero non vuol dire che non sappiamo formarli, ma che mancano le opportunità occupazionali. Per questo fuggono”. Non fa una piega. “I tirocini – conclude D’Oria – rappresentano uno strumento centrale per agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro e per realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell’ambito dei processi formativi”.

Antonella Fazio

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