Web e psicologia, intervista a Francesca Cilento

psicologia e web

Internet visto dalla psicologia sociale

Un'intervista alla dott.ssa Cilento ci mostra come il web si sia introdotto nella vita quotidiana e come l'abbia cambiata.

Oggi ospitiamo per la seconda volta la dott.ssa Francesca Cilento, specialista della psicologia sociale della comunicazione. Abbiamo deciso di porle alcune domande per darci una nuova visione del web e dei suoi meccanismi, più improntata sul singolo individuo e sugli effetti che internet ha avuto nella sua vita quotidiana.

Buongiorno dott.ssa Cilento, per introdurre la sua intervista vuole raccontarci di cosa si occupa? E in particolare, può dirci come il suo lavoro sia connesso con il web?

Sono una psicologa sociale della comunicazione, quindi mi occupo delle dinamiche sociali e relazionali e di come queste avvengono nei processi comunicativi. Ogni comunicazione è un’azione che si iscrive in un contesto, quindi attinge significati sociali da questo e contemporaneamente lo influenza. Il Web è stato per me un contesto privilegiato di osservazione perché, ora che il medium è diventato più trasparente, gli utenti non ne subiscono più le caratteristiche (ad esempio l’assenza di elementi non verbali è stata a lungo considerata una limitazione), ma le sfruttano per arrivare a comunicare efficacemente con chi è oltre lo schermo. Dal mio punto di vista si tratta di un contesto privilegiato di osservazione dello sviluppo di pratiche comunicative, condivise a diversi livelli: da una macrocultura del web (emoticons) a sottoculture di varie dimensioni (culture, lingue, gruppi professionali, ecc.)

Come mai ha deciso di aprire un blog? Le ha portato vantaggi lavorativi?

Ho deciso di aprire un blog per motivi personali, volevo dire anche io la mia e lasciare un’impronta in una realtà che amo profondamente. Inoltre lo considero quasi un diario professionale in cui lasciare la traccia dell’avanzamento dei miei interessi e delle mie capacità. I blog sono un canale promozionale e a livello lavorativo a me è stato utile in più modi: ho potuto allargare la mia rete di collaborazioni (attirando anche l’attenzione di figure a cui non avrei pensato), mi sono resa più visibile a possibili clienti e ho lasciato ai miei studenti delle pillole delle mie lezioni.

Può dirci quali sono i principali cambiamenti che il web ha portato nella nostra società? Sappiamo che è un argomento molto vasto, impossibile da riassumere anche in un intero libro, ma in base alle sue esperienza in quale ambito ha inciso maggiormente?

Il web ha modificato il modo di concepire il rapporto tra il singolo e le realtà sociali più estese o più importanti. Ogni singolo utente non è più il bersaglio di una serie di comunicazioni unidirezionale si aziende, istituzioni, gruppi sociali e così via. Ciascuno di noi è potenzialmente responsabilizzato a diventare un interlocutore attivo. Dico potenzialmente perché ci sono delle condizioni ovviamente: la motivazione a partecipare, la comunicazione di contenuti validi e la conoscenza delle regole del gioco. Sebbene Content is the King le regole di stile del Web vanno fatte proprie e utilizzate nel momento in cui vogliamo valorizzare al meglio il nostro contributo.

Passando al mobile, come sta cambiando il nostro modo di relazionarci e le nostre pratiche sociali?

Il mobile forse è un passo indietro rispetto al web per quanto riguarda il grado di familiarizzazione, e le sue potenzialità sono ancora inesplose totalmente a causa della media trasparenza del medium. Penso soprattutto alla necessità (per qualcuno è ansia) di azzerare i tempi di risposta e di vivere in uno stato di costante presenza mobile. Io ho fiducia che diventeremo presto utenti più maturi anche nel mobile e che i tempi relazionali non si facciano più influenzare dai tempi tecnologici. La possibilità di essere sempre online viene confusa con la necessità di dimostrarlo e di essere reperibili per tutti. Ma non sono le potenzialità dello strumento che devono in-formare una relazione, al massimo è il contrario. Anzi, una relazione stabile dovrebbe sopportare senza problemi dei tempi di risposta non fulminei e considerare anche il bisogno dell’altro di non vivere la propria esistenza in balia delle notifiche onnipresenti.

Nel suo blog parla di ricerca sociali per bambini e mamme, quali strumenti online utilizzano maggiormente queste ultime per informarsi sull’educazione e la crescita dei propri figli?

Il web è uno strumento importantissimo per le mamme, come testimoniano il moltiplicarsi di blog aperti da mamme inesperte che condividono paure, incertezze e qualche pillola di saggezza. I genitori oggi sembrano amare e odiare la rete allo stesso tempo. Quando sono loro ad accedere è considerata una vera e propria miniera dove trovare: notizie, conforto, suggerimenti, giochi, ecc. Se si tratta di bambini diventa una giungla; nonostante ci sia la tentazione di prendersi un po’ di tempo per sé contando sull’attrattiva di Internet resta la paura degli incontri e della cattiva influenza del PC. Da qui ne consegue un massiccio uso di filtri  che bloccano l’accesso a determinate aree di Internet. Onestamente non so se questa strategia possa dare buoni frutti se resti l’unica, soprattutto perché i bambini diventano presto utenti più esperti dei loro genitori. Internet va fatta conoscere per quello che è, un ambiente variegato in cui non ci si può addentrare da soli, ma che occorre imparare a conoscere.

È ormai un dato di fatto che gli individui vivano una doppia vita: online e offline. Come l’online e l’offline si intersecano nella vita sociale?

Io credo sia arrivato il tempo di superare questa dicotomia, la vita è una, giocata su più scenari. Un individuo a lavoro si comporta in un modo e in famiglia in un altro, ma è sempre lui nonostante i due ambienti richiedano comportamenti e aspettative differenti. Piuttosto, da psicologa, mi viene più spontaneo chiedermi cosa spinge qualcuno a dividere la propria vita in due e come lo farebbe se non ci fosse questa che sicuramente è una via privilegiata.

È stato riscontrato che immagini e video siano i contenuti di maggior successo sul web e sui social network. Pensiamo, ad esempio a YouTube e Pinterest, perché hanno un così grande impatto sulle persone? Quali caratteristiche deve avere un contenuto, di qualsiasi tipo, per colpire l’utente?

Immagini e video oggi sono diventati un pilastro del nostro modo di comunicare che fino a poco tempo fa privilegiava la parola. Non si tratta solo di modificare la forma del contenuto da veicolare perché ciò incide anche sui processi cognitivi attraverso i quali processiamo le informazioni. Senza scendere in spiegazioni troppo tecniche, si pensi soltanto alla possibilità che hanno i video e le immagini di contenere anche del testo. In questo modo il messaggio viene codificato due volte e giunge al fruitore attraverso un doppio canale, aumentando così la possibilità di essere ricordato. YouTube e Pinterest consentono di condensare in poco “spazio” una grande quantità di contenuti, ma ciò cui occorre prestare attenzione è che ci sia coerenza.

Secondo le sue conoscenze e le sue ricerche, quali sono le caratteristiche che deve possedere un contenuto per avere successo online?

Un contenuto deve essere inserito all’interno di una strategia che sia coerente. Da un punto di vista psicosociale ogni interlocutore in Rete costruisce un’immagine di Sé attraverso ciò che pubblica. Un brand, una persona, un gruppo interagiscono con gli utenti come attori sociali a tutti gli effetti! E allora per essere efficaci basta pensare a cosa rende piacevole una relazione tra due persone: occorre che condividano qualcosa, occorre che ci sia onestà e reciprocità. Infastidisce l’incostanza, le menzogne e il continuo cambio di atteggiamento per rendersi piacevole a molti, ma che trasmette falsità. In fondo non nessuno può piacere a tutti!

Ringraziamo la dott.ssa Cilento e vi invitiamo a seguirla sul suo blog ricerca-sociale.net e su Twitter @fra_ci

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