Univaq, Tar boccia numero chiuso. Cifone: "Danni irreparabili"

Il Tar Abruzzo ha giudicato illegittima l'introduzione del numero chiuso in tre corsi di laurea dell'Università dell'Aquila, Psicologia, Scienze biologiche e Biotecnologie.

A darne notizia sono i quotidiani Il Centro e Il Messaggero.

L'accesso programmato ai tre corsi, tra i più frequentati dell'ateneo, fu deciso nel maggio del 2014 dal Senato Accademico, malgrado sia il cda dell'università che il consiglio studentesco avessero dato parere negativo e nonostante il provvedimento fosse in contrasto con la programmazione didattica.

Proprio quei due pareri negativi (in special modo quello emesso dal consiglio di amministrazione), però, non potevano essere ignorati ed è per questo i giudici (presidente Bruno Mollica, estensore Paolo Passoni, referendario Lucia Gizzi) hanno accolto il ricorso presentato a suo tempo dalla direttrice del Mesva (dipartimento di Medicina clinica, Sanità pubblica, Scienze della vita e dell'ambiente) Maria Grazia Cifone.

La sentenza, tuttavia, non farà riavere agli studenti esclusi il diritto a frequentare i corsi.

"La decisione del Tar ci rende giustizia, ma forse troppo tardi. I danni causati dall’introduzione del numero chiuso sono tantissimi e sarà comunque difficile arginarli" dichiara al Centro la professoressa Cifone. "Ormai i danni sono irreparabili. Un po’ di amarezza resta perché questa sentenza arriva dopo quasi due anni dall’introduzione del numero programmato. Di studenti ne abbiamo persi tanti. Il ricorso all’epoca è stato presentato soprattutto con la speranza che inducesse a fare marcia indietro sulla decisione nell’immediato. Adesso prendiamo atto della sentenza, ma della soddisfazione personale non sappiamo che farne. Il processo di riduzione degli studenti è ormai forse irreversibile. È una sentenza che insegna che bisogna essere attenti e rispettosi delle regole, ma purtroppo non ci permette di tornare indietro".

Di tutt'altro segno, invece, la reazione della rettrice Paola Inverardi: "Abbiamo un grandissimo rispetto della magistratura", spiega la Inverardi al giornale. "Le sentenze si applicano e non si commentano. Posso dire, comunque, che impugneremo la decisione. Non si tratta di una sentenza che entra nel merito, ma riguarda un presunto vizio procedurale. La questione numero chiuso non viene di fatto affrontata. Crediamo di aver agito in modo adeguato, per questo faremo ricorso. Siamo abbastanza tranquilli, abbiamo argomenti per dimostrare che ci siamo comportati in modo corretto rispetto alla procedura".

 

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