UNIVAQ: NUMERO CHIUSO PER ALCUNE FACOLTA’ E …

L'AQUILA - Sta diventando una via crucis la proposta della rettrice Paola Inverardi di introdurre il numero chiuso alle facoltà di Psicologia, Biologia Biotecnologia e Scienze motorie dell'università dell'Aquila.

Dopo un senato accademico al calor bianco - e i durissimi attacchi dell'Unione degli universitari - è arrivato oggi pomeriggio il 'niet' del Consiglio di amministrazione dell’università dell’Aquila composto, oltre che dall’Inverardi, dai docenti Fabrizio Berti, Michele Pisani e Annalisa Monaco, dai rappresentante del personale tecnico-amministrativo Pierpaolo Baldini e Fabrizio Carnicelli, dai rappresentante degli studenti Chiara Teresa Juchich e Lorenzo Cococcia, dai membri esterni Roberto Marotta e Augusta Robimarga.

La Inverardi, insomma, si è ritrovata in minoranza e il cda dovrà quindi riunirsi nuovamente per prendere una decisione nel merito entro il 15 maggio.

“Prendo atto -c onferma la rettrice a margine dei lavori - che il cda esprime una maggioranza diversa da quella che mi ha eletta”.

E rilancia la sua proposta. "Non abbiamo risorse economiche e di personale a sufficienza, per cui propongo, come già avviene in quasi tutte le università italiane, il numero controllato per quelle facoltà che faticano a garantire i requisiti previsti dalla legge. Ovvero ci deve essere una proporzione tra numero di studenti, numero di docenti e anche strutture logistiche adeguate”.

In parole più sempici: se non ci sono soldi per pagare i docenti, bisogna mettere un tetto massimo alle iscrizioni, diminuendo il numero di studenti di Psicologia dagli attuali 1000 a 400, di Biotecnologia da 350 a 150, di Biologia da 300 a 280, di Scienze motorie da 520 a 230.

Proposta irricevibile per gli altri esponenti del cda, perché in questo modo, si argomenta, si favorirà un pesante ridimensionamento dell’Università dell’Aquila, con una perdita immediata del 25 per cento delle immatricolazioni e meno di 20 mila iscritti in tre anni.

Tenendo conto che dall’anno prossimo si tornerà a pagare le tasse, 'sospese' dopo il sisma del 2009.

Il numero chiuso è poi in controtendenza rispetto al documento Ocse che per la rinascita socio-economica dell’Aquila che considera centrale e strategica una Università con 30 mila iscritti.

Per la Inverardi, però, "per attuare il programma di sviluppo dell’Ocse servono le risorse, se non ce le danno non c’è altra alternativa. Io non credo poi che ci sarà un crollo degli iscritti, non ho così poca stima della nostra Università. Ci dobbiamo invece attrezzare per competere in un mercato che è sempre più globale, il problema non è perdere 1300 iscritti al primo anno, ma perdere il 50 per cento sul totale degli iscritti al secondo anno come accade oggi. Il numero programmato può risolvere questo problema".

“Gli studenti residenti non coincidono con quelli che si iscrivono, l’impatto sul territorio sarebbe minimo”, conclude. 

UDU, ''INVERARDI HA STRAVOLTO ITER, OFFERTA ATENEO A RISCHIO''

"Il Consiglio di amministrazione dell’Università dell’Aquila ha bocciato la proposta della Rettrice sull’offerta formativa contenente l’introduzione del numero chiuso. Lo Statuto dell’Università prevede che tutti gli atti regolamentari, compresi i regolamenti dei corsi, passino al Senato solo previo parere favorevole del Consiglio di Amministrazione. La Rettrice ha stravolto l’iter, portando al Senato una delibera senza l’obbligatorio parere del Consiglio Studentesco e senza il necessario parere favorevole del Cda che deve essere precedente al Senato Accademico", si legge in una nota dell'Unione degli Studenti dell'Aquila. 

"Lo stravolgimento dell’iter - si legge ancora nel comunicato - e l’introduzione del numero programmato in un tale contesto hanno portato al duro stop del cda di oggi. È una bocciatura secca. Da un anno chiediamo che si affrontino i temi didattici d’Ateneo con il lavoro istruttorio di una commissione didattica d’Ateneo. Se si fosse ascoltato il nostro consiglio non saremmo arrivati a questa situazione. L’Ateneo deve approvare entro il 15 di maggio tutti gli atti definitivi sull’offerta formativa del 2014/2015. Ci sono solo 4 giorni lavorativi a disposizione ed è indispensabile convocare con urgenza tutti gli organismi d’Ateneo, seguendo il corretto iter e modificando la proposta".

"Dalla legge Gelmini in poi il Consiglio di Amministrazione è il massimo organo di governo degli Atenei, sarebbe inaccettabile che una proposta bocciata dal cda venga riportata tal quale. Il CdA non è un organo di ratifica delle “visioni” della Rettrice, ma è il cuore dell’autogoverno dell’autonomia degli Atenei. L’Udu non cederà al ricatto morale di una proposta, bocciata, riportata all’approvazione l’ultimo giorno utile. È l’intera offerta formativa dell’Ateneo dell’Aquila ad essere a rischio. L’atto di responsabilità lo chiediamo noi alla Rettrice", conclude l'Udu. 

 

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