Stasera, “Dimmi come sogni e scopri che sei” con il professor Bara

Bruno Bara ProfessoreLECCO – Appuntamento da non perdere quello di questa sera, venerdì, alle 21, in Sala don Ticozzi a Lecco, con il professor Bruno Bara, medico specialista in Psicologia clinica e psicoterapeuta nonché professore ordinario di Psicologia all’Università di Torino, dove dirige il Centro di ricerca in Scienza Cognitiva e il Centro di NeuroImmagine dell’Università. Il professor Bara salirà in cattedra per presentare il suo ultimo libro: “Dimmi come sogni”.

Professor Bara, il sogno vale per quel che è o bisogna interpretarlo e tradurlo?
Di per sé il sogno è di comprensione molto difficile e senza un minimo di capacità o di lettura non si va oltre una sensazione”.

L’interpretazione dei sogni consente di far emergere un passato nascosto della nostra personalità o ci aiuta a prevedere qualcosa che avverrà?
“In verità la mia posizione nei confronti del sogno è una terza e riguarda il presente del sognatore.
La prima ipotesi, inerente il passato, sostiene che c’è una spiegazione che va cercata nell’infanzia del sognatore. La seconda, quella che sostiene che il sogno anticipa il futuro la definirei una posizione folkloristica che sconfina con la magia e nulla a che fare con la scienza. Come ho anticipato, la terza posizione rispetto al sogno, quella che sostengo io e le neuroscienze, ci informa sullo stato attuale e sulle nostre emozioni in questo momento: una finestra su che cosa oggi per noi è importante, rilevante o ci fa paura”.

Che differenza corre tra l’approccio Freudiano al sogno e quello delle più recenti scienze Cognitive?
L’approccio classico di Freud e più in generale quello analitico prende in considerazione il passato e il presente del soggetto sognatore e vede nel passato la chiave di interpretazione. Le scienze cognitive invece cercano di individuare le espressioni attuali delle emozioni. Nel sogno emergono delle emozioni che nella veglia sono proibite in quanto poniamo una sorta di controllo che durante l’attività onirica viene meno. Quando siamo svegli abbiamo una coscienza ordinatrice che mette in sequenza le nostre sensazioni e percezioni, le coordina in modo che tutto abbia un senso e ci permette di non fare confusione, sacrificando però la nostra parte inconscia emotiva e non in linea con la razionalità che emerge quando dormiamo. La coscienza ordinatrice nel sogno ‘tramonta’ e il minor controllo che ne segue lascia spazio ai sogni che ci permettono di accedere a tutte le parti che non rientrano nelle regole ufficiali”.

Possiamo dire che il suo libro è una vera e propria guida sia per terapeuti ma anche per i lettori-sognatori?
“Il tentativo è quello di permettere anche alla persona che non sia un tecnico di capire il metodo per leggere i propri sogni. Certo, da soli è problematico, però è sempre un esercizio utile. Porre attenzione su se stessi almeno ogni tanto non fa male, anzi.

Ricordiamo che l’appuntamento di questa sera rientra nel ciclo di incontri “La verità del sogno” organizzato dall’Associazione Frammenti di Filosofia e dal Centro di Psicologia Integrata Lecco e inserita nell’ambito dell’iniziativa Leggermente.

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