Silent Hill: Downpour – Recensione

Like us on Facebook   

Silent Hill: Downpour

La storia appare quindi ben costruita, con momenti che raccontano le azioni più violente dei personaggi, a quelli in cui è la psicologia e i pensieri degli stessi catalizzano l'attenzione della vicenda. Il racconto procede abbastanza spedito e in maniera appassionante, con alcuni colpi di scena e un climax finale che rivela le assurde visioni del protagonista. Inoltre il gioco permette ai giocatori, in alcuni frangenti dei dialoghi, di prendere delle decisioni che influiranno sull'epilogo della vicenda. I finali di Silent Hill: Downpour sono addirittura sei, di cui l'ultimo sbloccabile solo se rigiocato una seconda volta. L'impianto narrativo risulta essere, quindi, uno dei massimi punti di forza del gioco, sebbene non raggiunga le vette dei primi due capitoli della serie.

La parte giocata è forse quella che detiene i maggiori difetti di tutta la produzione. Al primo impatto i conoscitori della serie si troveranno davanti a un impianto abbastanza familiare: una visuale in terza persona, esplorazione della città, raccolta di oggetti e scontri con mostruosità varia. Il sistema di combattimento risulta essere proprio la parte meno curata del titolo: a volte legnoso, il più delle volte diverte poco. La risposta ai comandi appare poi abbastanza lenta, causando non poche frustrazioni soprattutto nelle prime fasi di gioco. Ci si fa poi l'abitudine, ma sicuramente una migliore calibrazione delle fasi action avrebbe donato più spessore al gameplay.

Esplorando le varie ambientazioni si potranno raccogliere poi molti tipi diverse di armi bianche, alcune anche non convenzionali, dai coltelli agli estintori per arrivare alle padelle. Le differenze di queste armi non risultano essere però importanti, mentre c'è un uso limitato anche per le armi da fuoco, con proiettili abbastanza rari da trovare. Una delle caratteristiche classiche della saga è l'illuminazione delle torce e di altri oggetti: in Downpour c'è da dire che questa è realizzata egregiamente, soprattutto le sezioni al buio completo con il solo accendino a illuminare l'ambiente.

Silent Hill: Downpour

Dal punto di vista tecnico Silent Hill: Downpour soffre purtroppo di  diversi difetti grafici, anche se è mosso dal potente motore grafico Unreal Engine 3. Sebbene i modelli poligonali appaiono di buona fattura, questo non si può dire per le animazioni facciali e quelle in generale. La messa in scena è altalenante, in alcuni casi buona mentre in altri povera di dettagli e con texture non allo stato dell'arte. A bilanciare l'aspetto artistico dell'opera ci sono le sezioni dell'Otherworld, cioè quelle in cui l'ambientazione cambia completamente per mostrare il lato oscuro e folle della città di Silent Hill. In queste sezioni sono presenti alcune soluzioni ben congegnate sia dal punto di vista ludico che grafico: interminabili scale illuminate solo da fioche luci, mostri dalle pareti, gabbie inquietanti e una sorta di "buco nero" che risucchia tutto quello che si avvicina al suo raggio.

Tornano anche le classiche mappe delle varie ambientazioni, che permettono di orientarsi nella grande città di Silent Hill e negli oscuri edifici. Introdotte in questo capitolo anche una serie di missioni secondarie, alcune anche molto singolari, come quella di liberare degli uccelli intrappolati o quelle classiche di raccolta di particolari oggetti. Aggiunte molto interessanti che accrescono la longevità e l'esplorazione della cittadina. In definitiva Silent Hill: Downpour è un buon titolo, non esente certo da difetti ma che aggiunge diverse idee a un brand che, pian piano, cerca di risollevarsi.

Voto: 7 su 10

Silent Hill: Downpour

Silent Hill: Downpour

Silent Hill: Downpour


 

 

 

 

Leave a Reply