Si laurea senza aver fatto esami, studente pugliese beffa il Bo


L’INCHIESTA



Un ragazzo di 28 anni è riuscito a discutere la tesi e a conseguire la triennale in Psicologia. La procura ha delegato gli accertamenti ai carabinieri: il giovane è stato denunciato per falso

 



      di Enrico Ferro

      PADOVA. Ha usato il web, ha scaricato tutta la documentazione necessaria, ha mantenuto la corrispondenza via email e alla fine ce l’ha fatta: ha discusso la sua tesi e ha conseguito la laurea triennale in Psicologia. Peccato che questo studente leccese di 28 anni non avesse sostenuto lo straccio di un esame.

      È riuscito a gabbare la commissione che l’ha autorizzato a presentare la tesi e a fissare la discussione, avvenuta a settembre 2011 con il relatore Anne Maas. Ora tutto questo imbroglio è al centro di un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Maria D’Arpa. I carabinieri di Prato della Valle hanno eseguito gli accertamenti e denunciato per falso lo studente pugliese.

      Lo studente a settembre 2011 si è presentato bello e sorridente con una tesi dal titolo “Simboli religiosi e il loro effetto sul senso di inclusione o esclusione nei bambini cattolici e musulmani”, ricerca considerata come degna conclusione del ciclo triennale di studi in Psicologia: relatore, la docente Anne Maas.

      A inizio 2012 però, negli uffici del Bo dove vengono analizzate tutte le pratiche dei neo laureati, balza agli occhi quella dello studente pugliese: difformità nel numero di protocollo e campi mancanti. Così scatta un controllo approfondito, dal quale risulta che il ragazzo non ha mai avuto i requisiti per sostenere la discussione della tesi di laurea.

      Il fascicolo viene inviato alla procura e affidato al pm Maria D’Arpa, che a sua volta delega gli accertamenti ai carabinieri di Prato della Valle.

      Dall’istruttoria successiva risulta che, effettivamente, il giovane aveva scaricato tutti i documenti da internet certificando il suo diritto alla laurea triennale senza però averne i titoli. Insomma, un falso clamoroso che qualche giorno fa, concluse le verifiche, gli è costato una denuncia a piede libero.

      Ora però gli uffici preposti interni al Bo stanno cercando di capire come sia potuta succedere una cosa del genere. E ovviamente sono stati interpellati tutti coloro che hanno trattato la pratica come una “normale” domanda di laure. Chiarimenti sono stati chiesti anche alla docente di Psicologia che figura come relatore della tesi. Il caso emerso con lo studente pugliese potrebbe far scattare una serie di controlli approfonditi per allontanare lo spettro di altri casi simili.

      Dal canto suo, il finto laureato ha dovuto spiegare tutto ai genitori.

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