Psicologia. La paura di morire

In alcune culture attuali o di qualche millennio addietro, vivere oltre i 40 anni era considerato un obiettivo difficile da raggiungere mentre oggi e in particolare nei paesi industrializzati, ci si aspetta di dover morire molto più tardi. Nei paesi sottosviluppati oppure nelle culture antiche la paura di morire era legata prevalentemente a fatti accidentali oppure a malnutrizione, intemperie, guerre, etc. Nell’attuale società la paura di morire prima di una certa età è legata fondamentalmente a problematiche di tipo ansioso oppure depressivo

Quindi mentre tutti sanno che prima o poi dovremmo morire, per alcuni questo pensiero è talmente invasivo al punto di diventare un’ossessione, un chiodo fisso, che può portare ad avere attacchi di panico anche molto devastanti oppure a crisi ipocondriache  che portano i soggetti ad avere una preoccupazione (paura) eccessiva e spesso priva di fondamento per la propria salute.

Ecco, nell’attacco di panico la paura prevalente è proprio quella di morire. Le reazioni tipiche sono legate quasi esclusivamente a presunti problemi cardiaci (ma i tracciati ECG sono quasi sempre perfetti o comunque nella norma) oppure problemi respiratori, associati occasionalmente anche ad offuscamenti della vista. Come sappiamo gli attacchi di panico possono avvenire improvvisamente e senza preavviso ma da allora, la paura di morire diviene una sgradita compagna della quotidianità di chi ne soffre.

Quindi, per allontanare il più possibile il ripetersi di tale esperienza i soggetti attuano una serie di strategie quali l’evitamento, la richiesta di aiuto oppure parlarne con tutti (famigliari, amici, colleghi etc) continuamente.  Come abbiamo detto altrove, ripetere continuamente queste attività, invece di allontanare il problema, paradossalmente lo amplificano perché la reiterazione convince il soggetto di star male e che quindi l’unico modo per star bene è continuare. Insomma si instaura un circuito vizioso, oppure un sistema che si autoreferenzia che non fa che aumentare il senso di incapacità. Insomma, si ha la percezione di essere in gabbia e di non poterne più uscire.

 

 

Cosa fare quando la paura di morire diviene incontrollata

 

La soluzione primaria è la psicoterapia e laddove è necessario può essere utile un supporto farmacologico. Il percorso psicoterapeutico tenterà di mettere in luce le reali cause di questa paura agendo su due spazi temporali: il presente: fornendo tecniche di controllo più efficaci sul passato: cercando di esplorare l’inconscio alla scoperta dei contenuti rimossi che determinano questo stato di cose

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