Psicologia: i bimbi di donne ansiose piangono 2,5 volte di più

le paure e i bambiniSono le donne ansiose ad avere bimbi che piangono troppo o viceversa? La delicata questione non ha ancora una risposta univoca ma gli psicologi dell’universita’ Technische di Dresden con una ricerca pubblicata su Archives of disease in childhood dimostrano che l’ansia delle donne aumenta di 2,5 volte il rischio di avere bimbi che piangono tanto (oltre 3 ore di pianto al giorno). Se l’ansia prosegue dopo la nascita, il rischio sale fino a 3 volte di piu’. L’editoriale della rivista ricorda che oltre il 20% delle madri sostiene che i figli piangano troppo e che il binomio ansia-pianto rende piu’ aggressive e depresse le madri che ricorrono anche ad uno svezzamento precoce. I ricercatori tedeschi hanno seguito 306 donne in attesa e fino al 16esimo mese di vita dei figli. Il 10,1% delle neomamme ha avuto bimbi che piangevano eccessivamente (oltre 3 ore al giorno) e i figli di donne ansiose prima della gravidanza erano 2,5 volte piu’ a rischio di piangere troppo. Se l’ansia si era prolungata durante la gravidanza il rischio saliva a 3 volte di piu’. “L’ansia materna stimola il pianto dei figli e cio’ puo’ rendere le madri ancora piu’ nervose” – sottolineano gli autori – “L’identificazione precoce del problema permetterebbe di monitorare e fornire supporto alle donne tanto da rompere questo circolo vizioso”. Precisa Marcello Lanari, direttore pediatria e neonatologia della Asl di Imola e direttore ‘Conoscere per crescere’, rivista della Societa’ italiana di pediatria: “E’ difficile percepire se il pianto di un bimbo sia troppo o no, i neonati tendono a piangere spesso. Escludendo il pianto connesso a disturbi organici comuni, come fame, sete e dolori addominali, dove l’allattamento al seno a richiesta ed una buona crescita ponderale fanno identificare il problema, e’ invece noto che madri ansiose, che vogliono il meglio per i figli, percepiscono il pianto come la risposta alla loro inadeguatezza”. Precisa Lanari:“La societa’ e’ profondamente cambiata, la presenza di figure collaterali, nonne, sorelle o zie che potevano supportare e sollevare le neomamme sono venute meno. Molte famiglie sono fatte di donne sole, isolate socialmente nonostante il partner. Molte donne si sentono stanche e profondamente inadeguate, cio’ le induce ad agire anche in modo piu’ aggressivo nei confronti dei figli. Il ruolo paterno e’ decisivo nel sollevare la partner ma anche i consultori familiari, dovrebbero essere strategici per monitorare e assistere anche psicologicamente le donne incinta e anche dopo il parto”.

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