12:44 18 OTT 2013

(AGI) - Los Angeles, 18 ott. - Siamo piu' empatici con i nemici
che con gli amici? Probabilmente si', sostiene un nuovo studio
della University of Southern California che ha dimostrato che
il nostro cervello attiva le aree generalmente associate
all'elaborazione e alla comprensione del dolore altrui con
maggiore intensita' quando osserviamo il dolore provato da un
nemico piuttosto che da un amico. La scoperta rivela
caratteristiche inedite della nostra capacita' di immedesimarci
nelle sofferenze degli altri, anche se nel caso dei nemici non
si tratta di un'empatia "disinteressata". Il crollo di un
nemico, infatti, ci rende piu' vigili presumibilmente perche'
il nostro cervello tende a monitorare piu' attentamente il
destino degli antagonisti per permetterci di regolarci di
conseguenza. L'indagine, pubblicata su Frontiers in Psychology,
ha esaminato l'attivita' nella cosiddetta "matrice del dolore"
del cervello, rete che comprende la corteccia insulare, la
corteccia cingolata anteriore e la corteccia somatosensoriale,
regioni che si attivano quando osserviamo una persona che
soffre. (AGI)
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