psicologia dell’ansia: vorrei un bambino, ho paura della gravidanza

psicologia dell'ansia: vorrei un bambino, ho paura della gravidanza

salve sono una ragazza di 33 anni vorrei avere un bimbo, pero ho paura di andare in gravidanza,xche prendo xanax 1mg xanax 0,50mg e 10 gocce di en la mattina e la sera pomeriggio prendo 150mg di xanax spero di essermi spiegata adesso con la psicologa eravamo riusciti ha scendere quelle del pomeriggio al posto di 150mg ha 125mg pultroppo e venuto ha mancare mio cugino di 39 anni in più mio suocero x problemi e stato ricoverato in ospedale e ho sentito il bisogno di riprendere l altra metà di 0,25 tornando alla terapia di prima, pultroppo sono una persona molto sensibile pero nonostante tutto vorrei tentare a scendere di nuovo la terapia il problema e che no so finche ce la faccio, la mia domanda è se vado in gravidanza quanto dovrei scendere premetto che da 9 anni che prendo xanax all inizio 0,25 poi non sentendoli li abbiamo aumentati ha 0,50 infine passando mesi e anni sono arrivata alla dose scritta sopra lei cosa mi puo dire ne potrei prendere in gravidanza senza portare problemi a un futuro bimbo la ringrazio moltissimo aspetto sue notizie arrivederci.

Gentile signora, in sintesi: vorrebbe avere un bambino e ha paura della gravidanza; è una persona sensibile attualmente in cura farmacologica e assistita da una psicologa; vuole sapere se i farmaci attualmente assunti, nel caso siano utilizzati anche in gravidanza, possano avere effetti sul nascituro.
Prima ancora di rispondere alle sue richieste e avvertendo, come mi capita spesso, un profondo senso di meraviglia e ammirazione di fronte ad una nuova madre e una nuova vita, vorrei considerare con maggiore attenzione le circostanze.
Intuisco che lei stia soffrendo di un disturbo d'ansia che non posso definire meglio non conoscendo la sua storia e che attualmente è curata con la somministrazione di farmaci specifici e una posologia ben determinata. Sarebbe innanzitutto fondamentale avere chiarezza sulla diagnosi e le valutazioni terapeutiche ad essa associate, nonché sul decorso del disturbo.
Chi ha determinato la natura del suo problema (medico di base, psichiatra, psicologo clinico ...) e a quanto risale l'ultima visita. Vorrei innanzitutto accertarmi che l'inquadramento della sua storia sia stato ben definito e verificato nel tempo, immaginando che il suo disturbo duri da parecchi anni.
Sarebbe importante anche inquadrare meglio la prospettiva della psicoterapia o del supporto psicologico (quale dei due?) e la base di partenza. Secondo me andrebbe preso in considerazione anche il clima familiare (ha già una famiglia, un compagno, altri figli ecc.) ed il contesto di vita. Il farmaco è importante ma non può sostituire altri supporti di natura psicologica e sociale che sono fondamentali per realizzare il suo progetto.
D'altra parte, dovrebbe essere evitato l'uso prolungato perché il farmaco induce dipendenza fisica e psicologica.
In sostanza, è certamente importante realizzare il sogno della sua gravidanza e, è importantissimo però tenere in considerazione quegli elementi che potrebbero influire non positivamente sul suo "stato interessante", che richiede appunto una attenzione interessata (alla mamma e al bambino) con la necessaria prevenzione di eventuali rischi incombenti sulla gravidanza e sul dopo parto.
Sono a sua disposizione per eventuali altri interrogativi. Con molti auguri e cordialità.

Dott. Vittorio Tripeni
Psicologo clinico e del lavoro

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