Psicologia, corpo donne percepito come somma delle singole parti

Quando si osserva qualcosa il nostro cervello la percepisce per la sua interezza o come somma delle singole parti, con due processi cognitivi distinti. Ad esempio osservando mosaici di piccole foto che messe assieme compongono un'immagine più grande o i quadri del ciclo “Le Stagioni” di Giuseppe Arciboldo (dove volti umani sono composti da vegetali), vengono impiegate due funzioni mentali separate per la percezione da entrambe le prospettive. Un progetto di ricerca condotto da psicologi della University of Nebraska-Lincoln e coordinato dalla dottoressa Sarah Gervais suggerisce che i due distinti processi cognitivi sono coinvolti nella percezione fisica di uomini e donne: quello “globale” per il corpo maschile e quello “locale” per quello femminile, che verrebbe visto dal cervello come un assemblaggio di singole parti. Le conclusioni cui sono giunti gli studiosi spiegherebbero il motivo per cui le donne sono bersaglio della cosiddetta oggettivazione sessuale, con conseguente sovraesposizione mediatica del corpo femminile. “Il processo cognitivo locale – spiega la Gervais – viene adottato dal nostro cervello per elaborare oggetti come automobili o case ed è sorprendente che lo stesso venga applicato per la percezione del corpo femminile”. Gli psicologi hanno dimostrato la loro teoria attraverso un particolare esperimento, ovvero mostrando ai partecipanti (di entrambe i sessi) decine di immagini con corpi maschili e femminili secondo un preciso criterio. In prima istanza sono state mostrate su uno schermo immagini di donne e uomini (vestiti) dalla testa al ginocchio, successivamente sono state proposte altre due immagini contemporaneamente solo su dettagli dell'area sessuale: una ritagliata dall'originale ed un'altra leggermente modificata (ad esempio con fianchi più larghi et similia). Viste le immagini (anche a criterio invertito) i partecipanti dovevano riconoscere rapidamente quale fosse l'originale vista in precedenza. Dai risultati è emerso che le aree sessuali del corpo femminile erano più facilmente riconoscibili quando isolate rispetto al contesto di tutto corpo, mentre quelle maschili venivano riconosciute meglio se inserite nel contesto globale. L'aspetto interessante delle osservazioni è che esse non sono state influenzate dal sesso dei partecipanti: “Ciò potrebbe essere correlato a diverse ragioni – ha sottolineato la Gervais -, per gli uomini probabilmente questo tipo di osservazione “locale” viene fatta per interesse verso potenziali compagne, per le donne per un confronto col proprio corpo. Ciò che è importante, comunque, è che l'osservazione locale riguarda entrambe i sessi”. I risultati dell'esperimento hanno mostrato come effettivamente il cervello umano percepisca il corpo maschile e quello femminile in maniera differente, tuttavia con leggere manipolazioni i ricercatori sono riusciti a favorire l'osservazione “globale” anche per le donne, un dato che apre le porte a nuovi affascinanti studi sui processi cognitivi coinvolti. La ricerca è stata pubblicata sull'autorevole rivista scientifica European Journal of Social Psychology.

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