‘Psiche mafiosa’: il volume di Nicola Malorni approda in un confronto …

TERMOLI. Dopo la presentazione in anteprima regionale del 30 giugno scorso a Termoli, l'esperienza che ha dato origine al volume di Angelo Malinconico e Nicola Malorni, "Psiche mafiosa. Immagini da un carcere" della casa editrice Magi di Roma, è stata presentata nella capitale, sabato 19 ottobre, presso la sede nazionale dell'Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA) in via Antonio Musa.
Nicola Malorni, analista junghiano, è stato invitato dalla commissione preposta alla formazione di psicoanalisti junghiani interna all'AIPA  ad una tavola rotonda cui hanno preso parte altri cinque analisti provenienti da diverse regioni italiane tra cui il Lazio, l'Emilia Romagna e la Toscana.

L'analista molisano ha presentato la relazione "La dimora di Caronte. Del sostegno alla genitorialità di detenuti mafiosi secondo i principi della Psicologia Analitica" riscuotendo un consenso unanime da parte dell'uditorio e dei nuomerosi analisti intervenuti, sia rispetto alla significatività dei risultati raggiunti sia rispetto alla innovatività dell'approccio utilizzato al carcere di Larino con  un gruppo di detenuti appartenenti ad organizzazioni mafiose. Il lavoro di Malinconico-Malorni si inserisce a pieno titolo nel dibattito scientifico che sta interessando la psicologia odierna e in particolare le scuole afferenti al pensiero psicoanalitico e che verte sul rapporto tra nuovi scenari di applicazione delle metodiche analitiche e manifestazioni del transfert.

Un concetto, quest'ultimo, molto studiato dai padri della psicologia del profondo quali Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, e che nel corso dell'ultimo secolo è stato ampiamente sviluppato dalle nuove generazioni di analisti verso concezioni, molto vicine a quelle originariamente proposte da Jung, che riconoscono la complessità, la multifattorialità e la multiappartenenza a dimensioni individuali, gruppali e transpersonali della relazione profonda analista-analizzando. L'apporto dei due analisti molisani contribuisce ad arricchire l'attuale dibattito scientifico sul tema corroborandolo di dati empirico-clinici di rilievo.

Nicola Malorni, raggiunto ieri telefonicamente, ha riportato: "Siamo molto grati all'Amministrazione Penitenziaria della Casa Circondariale di Larino, la dottoressa Rosa La Ginestra, per aver aperto non solo le porte dell'istituzione da lei rappresentata lasciando entrare per la prima volta in un carcere italiano la metodica analitica del Gioco della Sabbia, ma anche per aver contribuito ad attivare un dibattito sull'applicabilità di tali metodi all'area trattamentale del detenuto mafioso che sarà sicuramente foriero di sviluppi ulteriori. L'entusiasmo con cui è stato accolto il lavoro a Roma da circa settanta analisti provenienti da varie regioni italiane ci contamina e ci spinge a credere nelle potenzialità offerte dalla nostra  Regione rispetto alla sperimentazione di interventi che è molto difficile far radicare altrove. Vanno riconosciute a questo territorio due caratteristiche: l'apertura e la curiosità verso il nuovo. Due tratti importanti del pensiero scientifico".

Sono previste due ulteriori presentazioni del volume verosimilmente a Roma e a Bologna nei prossimi mesi.

Red

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