Pazzi a Wall Street: nel tempio della finanza aumentano gli …


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Aumentano i casi di psicopatologie tra i trader americani (Credits: AP Photo/Richard Drew)

Aumentano i casi di psicopatologie tra i trader americani (Credits: AP Photo/Richard Drew)

di Laura Barsottini

Tutti pazzi a Wall Street? Sì. No. Forse un po’. La notizia è che tra chi lavora nel tempio della finanza, gli psicopatici sarebbero il 10%, contro l’1% della popolazione cosidetta normale. L’articolo-denuncia di Sheree Decovney, propagatosi a macchia d’olio dalla rivista finanziaria Cfa Magazine, riprende le conclusioni degli studi condotti per anni dallo psicologo canadese forense Robert Hare che negli anni 80 mise a punto un test, il Psychopathy Checklist (Pcl). Appunto su questo test, diviso in 40 punti (e più punti si ottengono, più ci si avvicina al killer seriale), si basa l’inquietante dato.

Certo, gli anni 80 non hanno aiutato l’immagine della “mecca dell’economia” (chi ha dimenticato l’inqualificabile Gekko del film Wall Street del 1987?) e i successivi affaire Enron e Madoff hanno, per così dire, inferto un ulteriore duro colpo. Ma ha favorito il losco ritratto anche un recente editoriale del New York Times in cui l’ex manager Greg Smith spiega per filo e per segno perché dopo dodici anni di onorato servizio, ha lasciato la Goldman Sachs, trasformatasi, secondo lui, in un “covo di tagliagole”.

Ma cosa c’è di vero? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Fossati, professore associato di psicologia clinica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, medico psicologo clinico e psicoterapeuta presso l’Ospedale San Raffaele Turro.

“Innanzitutto bisogna specificare che dagli anni 80 la comunità scientifica ha incominciato a considerare la psicopatia come un tratto della personalità”, dice. Gli psicopatici non sono solo serial killer, non si trovano solo nei carceri e non hanno solo comportamenti eclatanti dal punto di vista sociale.

Gli psicopatici presentano precisi tratti della personalità che, a secondo del grado di dissimulazione sociale, li porta ad avere comportamenti più o meno dannosi per il prossimo. Questi tratti sono principalmente: forte egocentrismo, alta propensione a trascurare i diritti basali altrui, la convinzione di aver diritto a ottenere tutto ciò che si vuole nei propri tempi, ma anche intelligenza, autocontrollo, grande capacità di convincere gli altri e adattabilità.

Secondo Hare, sono “predatori entro specie” e come tali si comportano. Se si considera che la loro spinta, la loro unica legge è soddisfare i propri desideri sopraffacendo gli altri, spesso con l’inganno e l’umiliazione per loro molto gratificanti, il ritratto è presto fatto.

Uno psicopatico, insomma, non ha necessariamente i tratti del folle. “In passato, appunto dopo le vicende Enron e Madoff, negli States è cresciuta la sensibilità al crimine economico senza senso, cioè effettivo guadagno”, continua Fossati. “Indubbiamente, soprattutto fino a qualche tempo fa, in finanza sembravano contare maggiormente i risultati che la legittimità dei modi in cui venivano perseguiti. Un contesto del genere, di finanza iperaggressiva e mancanza di effettivo controllo, dove i criteri acquisiti di meritocrazia sono sovvertiti, diventa un habitat molto attraente per un predatore, per dirla con Hare, che metta in atto la propria strategia di caccia, spesso distruttivamente (per gli altri) manipolatoria e di aggressività molto raffinata. Uno dei successi di Hare, il libro Snakes in suite, serpenti in doppiopetto, porta la data del 2006″.

Un altro punto di vista interessante lo fornisce Matteo Motterlini, professore ordinario di Neuroeconomia Università Vita-Salute San Raffaele e direttore del CRESA, Centro di Ricerca in Epistemologia Sperimentale e Applicata, che si occupa prevalentemente dei meccanismi neurologici degli economisti: “Secondo recenti studi”, spiega, “i traders hanno livelli di testosterone più elevati rispetto alla media della popolazione. E il testosterone sale quando sono di fronte a una piattaforma di trading. Livelli alti di questo ormone significano comportamento più aggressivo, propensione al rischio, fino a “esuberanza irrazionale”, quando le cose vanno bene”.

Se però si perdono soldi, sono dolori. “L’euforia lascia il posto allo stress, ovvero testosterone basso e cortisolo alto. Cortisolo momentaneamente alto porta a maggior concentrazione e istinto difensivo, ma se rimane alto per troppo tempo, provoca la sindrome da burn out: pessimismo irrazionale e avversione al rischio. Anche i traders, insomma, sono umani e la loro biologia intrecciata alle emozioni che provano influenza le loro decisioni. In modi sempre più indagati e, quindi, prevedibili”.

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