Palermo, convegno “Buone prassi in Psicologia forense” dalla parte …

PALERMO – A breve il convegno regionale di psicologia giuridica dal titolo: “Buone prassi in Psicologia Forense -linee Guida per lo Psicologo Giuridico in ambito Civile e Penale- ”, ovvero una sorta di “istruzioni per l’uso” per una delle professioni più delicate che, secondo la dott.ssa Maria Cristina Passanante,Passanante-Maria-Cristina richiede la massima attenzione anche e sopratutto quando si parla di minori. Il convegno -ad ingresso gratuito ed aperto a tutti- si terrà l’8 maggio, ore 9:30 presso la sede della Corte d’Appello di piazza Vittorio Emanuele Orlando.

Al convegno prenderanno parte, tra gli altri, Paolo Capri, Presidente AIPG, Straordinario di Psicologia Giuridica e Criminologia, Università Europea di Roma, Alessia Sinatra, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Palermo, Presidente Commissione minori ANM, Enza Zarzone, Psicologa, Psicoterapeuta, vicepresidente Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, Edoardo Scalici, Medico Legale, Istituto di Medicina Legale di Palermo.

L’incontro, degno proseguimento di diverse giornate di studio, nate dalla stretta collaborazione dei COA “Consiglio Ordine Avvocati” di varie regioni d’Italia con gli Psicologi Forensi nel campo della psicologia giuridica, è organizzato dall’AIPG, Associazione Italiana di Psicologia Giuridica Sezione Regionale Sicilia, e patrocinato tra gli altri, dall’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, dall’Ordine degli Avvocati di Palermo e dall’Unione Fori Siciliana, esaminerà il ruolo e la responsabilità professionale dello psicologo giuridico e forense impegnato nelle varie aree della giustizia civile e penale, adulti e minori, e l’importanza di tale ruolo in ottica interdisciplinare. Abbiamo fatto qualche domanda alla dott.ssa Passanante in merito alla figura dello psicologo giuridico.

  • Come da lei stessa affermato, “Sono sempre di più gli psicologi che si avvicinano al mondo giuridico”. A cosa è dovuto questo incremento, secondo lei?

    -“Principalmente al fatto che è la stessa Giustizia a richiederlo. Se pensiamo infatti alla convenzione di Lanzarote, è quasi divenuto obbligatorio il ruolo dello psicologo nell’ascolto del minore, ragion per cui, oggi più che mai la nostra figura professionale viene ricercata proprio dal magistrato. Il problema è che purtroppo a volte, il magistrato non sa esattamente quale sia la specializzazione richiesta. Ragion per cui, può capitare che piuttosto che seguire i buoni criteri che, fra colleghi, dovremmo cercare di rispettare e far rispettare noi per primi, spesso si finisce con l’improvvisazione. Ciò non va certamente bene, ci sono delle regole che vanno rispettate”.

  • Sopratutto quando si parla di minori

    -“Assolutamente. L’ascolto del minore nell’ipotesi di violenza sessuale, ad esempio, è un aspetto delicatissimo, così come nel caso di separazioni conflittuali, dove mi è capitato di assistere a situazioni in cui il minore veniva usato per ricattare l’altro coniuge. Ecco, in questi casi, se lo psicologo non sa bene quale strategia adottare, rischia di generare dei danni elevatissimi nei confronti del minore, che non ha gli “strumenti” per spiegarsi ciò che sta succedendo attorno a lui”.

  • Crede che l’apporto psicologico attuale sia sufficiente?

    – “Negli ultimi quindici anni la psicologia giuridica ha preso molto campo, in maniera sempre più strutturata. Ahimè, purtroppo, ci sono ancora molte improvvisazioni, dal magistrato che si rivolge ad una collega non iscritta all’Albo e laureata semplicemente in psicologia, mentre invece abbiamo colleghi più che titolati con tanto di master, che restano sull’elenco non vengono convocati. Credo che ci voglia un maggiore impegno da parte della magistratura -per fortuna non tutta- nel riconoscere l’effettiva preparazione o meno di un collega, anche e soprattutto nell’interesse delle persone a cui andranno indirizzati queste figure professionali. E fondamentale, lo ribadisco, attenersi alle buone prassi in ogni singolo intervento. Noi ad esempio siamo nominati per ascoltare il minore, per il risarcimento del danno psichico, ed in questo caso lavoriamo affiancati da un medico legale, siamo nominati in tanti altri ambiti, ognuno dei quali ha delle pratiche da seguire. Se io non so cosa fare, cosa scrivere, faccio solo dei danni. Se i magistrati provvedessero, almeno trimestralmente, ad aggiornare l’Albo dei Ctu -che è abbastanza vecchio- credo che molte competenze verrebbero alla luce”.

  • Qual’è il futuro?

    “Io voglio sforzarmi di vedere un futuro ottimista. Indubbiamente c’è sempre maggiore attenzione da parte dei magistrati. Anche l’ordine degli psicologi della regione Siciliana sta cercando di migliorare le prassi in questo settore. Più si parla, più si dialoga, più facilmente si può sperare di arrivare al raggiungimento delle prassi più buone ed efficaci”.

Teresa Fabiola Calabria

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