Pace, amore e fantasia

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Pace, amore e fantasia


Editoriale / novembre 2013

Eliana Liotta dirige OK Salute e benessere (foto di Paolo Liaci)

Il papa della tenerezza, il papa semplice, il papa rivoluzionario. Su Bergoglio le definizioni si sprecano, ma sarebbe irrituale il contrario. Il pontefice che viene dalla fine del mondo sa parlare al cuore. Si rivolge ai potenti come ai poveri, alle famiglie come alle ragazze madri, ai cattolici e ai laici, in un abbraccio che non esclude nessuno. Anche il dialogo tra scienza e fede diventa pi agevole. lo stesso Francesco a indicare la via: il punto d'incontro fra credenti e non credenti l'amore per l'uomo.
Io sono d'accordo, scrive Umberto Veronesi (leggi tutti i suoi pensieri su OK). Da molto tempo studio la possibilit di fondare una morale laica basata sui principi della natura umana. Perch la natura umana buona, come provano le ricerche pi recenti. Nasciamo per essere altruisti, non per aggredire. Per volerci bene, non per odiarci. L'evoluzione seleziona i pi adatti, non i pi forti, spiega Veronesi. Ed pi adatto chi mette in piedi rapporti costruttivi con il prossimo, chi alleva la prole in serenit e benessere e assicura cos la sopravvivenza della specie. la pace il nostro cammino. Lo invoca Bergoglio nel suo appello per la Siria: Mai pi guerra. Lo indicano da anni Veronesi e una schiera di Nobel nei lavori di Science for Peace (la quinta edizione della conferenza mondiale il 16 e 17 novembre a Milano).
La pace anche quella che sappiamo costruirci negli ambiti privati. Mi capitato di assistere a scene sconcertanti di genitori il cui hobby preferito sembra dare addosso ai figli: una lagnanza continua, bimbi che sono indomabili, adolescenti che stanno pi fuori che dentro casa, e via con parole come pietre lanciate sui piccoletti con gli occhi bassi. Anche questa violenza. Mi chiedo: questi padri e queste madri hanno provato a usare un po' di fantasia per catturare l'attenzione dei loro figli? Per interessarli? Per farsi amare?
Pace in casa, pace al lavoro. Secondo una vecchia indagine, i dirigenti ritengono che in ufficio si debba usare solo la testa. Niente cuore. Motivazioni? Per esempio, coltivare il distacco dai dipendenti d pi forza nel gestire le situazioni, nel prendere decisioni dure. Leadership come dominio. E il passaggio alla sopraffazione spesso breve.
Il punto che i capetti non solo infelicitano la vita dei colleghi ma alla lunga rendono meno competitiva un'azienda, che invece ha bisogno di cooperazione, come nota lo psicologo Daniel Goleman (uno stralcio dal suo Leadership emotiva). La cura? Se solo si potesse prescrivere, un'iniezione di buoni sentimenti.
Eliana Liotta - OK Salute e benessere

Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre 2013



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