Operazione “Padrino”: arrestato dalla Squadra Mobile di Cuneo un …

La scorsa settimana tale servizio aveva segnalato una possibile situazione di disagio di una minore 11enne. Le delicate indagini svolte da personale specializzato della Squadra Mobile permettevano di ricostruire quanto accaduto alla giovane: la scorsa settimana, a scuole ormai terminate, la minore stava trascorrendo, in casa, la mattinata fino a quando si presentava, suonando il campanello, un carissimo amico di famiglia, di cui tra l’altro e vicino, nonché padrino della giovane.       

 

L’uomo, un 50enne autotrasportatore residente in provincia, separato, con due figli, con una scusa, si faceva aprire dalla figlioccia dicendo che doveva controllare il telecomando del cancello. Una volta nell’abitazione l’uomo perdeva il controllo e si lasciava andare a commenti sgradevoli e fuori luogo nei confronti della minore; non solo il “padrino” cominciava a palpeggiare la figlioccia scostandole la canottierina abusando della giovane.

 

Nonostante la giovanissima età la ragazza riusciva a intimorire il vicino dicendogli che, a breve, sarebbe rientrata la madre così da indurlo ad allontanarsi.

 

All’arrivo della madre la minore, dopo alcune iniziali comprensibili esitazioni, scoppiava in un pianto fragoroso riuscendo a raccontare, almeno in parte, quanto accadutole. La madre, pur nell’agitazione del momento, riusciva a mantenere la lucidità e ad accompagnare la piccola presso l’ospedale che, successivamente, grazie all’esperienza ed all’intuito delle dott.sse Silvia OLIVERO e Francesca SALVATICO, segnalava l’episodio alla Squadra Mobile.

 

Le indagini, svolte da un’equipe appositamente formata e preparata ad affrontare casi particolarmente scabrosi e difficili, quali quelli delle violenza in danno di minori, in brevissimo tempo riusciva a dare concretezza alle dichiarazioni delle piccola raccogliendo numerosi ed inconfutabili indizi di reità a carico dell’autotrasportatore. Sulla scorta dei gravi indizi raccolti il G.I.P. di Cuneo, su richiesta del P.M. dott.ssa Pittaluga, emetteva la misura cautelare della custodia agli arresti domiciliari a carico dell’uomo. Nel corso del successivo interrogatorio di garanzia l’uomo, peraltro incensurato, ammetteva ogni addebito riconducendo l’episodio ad un momentaneo sbandamento.

 

“La collaborazione tra personale sanitario e Polizia di Stato è importante come lo è, d’altronde, l’immediata collaborazione, piena e fiduciosa, delle vittime di reati aberranti come quello della violenza sessuale in danno di minori; la Squadra Mobile, infatti, ha, nelle proprie file, del personale, anche femminile, appositamente formato e preparare per gestire casi di questo tipo” – commenta il Questore Palombi.

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