Open Eyes, i risultati della ricerca sul cyberstalking e sul …

Ad un anno dalla sua attivazione il Progetto Open Eyes traccia un bilancio della propria attività diffondendo i dati della ricerca effettuata su un campione di circa 3000 studenti milanesi e illustrando i risultati e le prospettive dell’opera di formazione dei docenti.

Open eyes è un progetto condotto dall’Associazione temporanea di scopo “Occhi aperti”  (costituita dall’Associazione Chiamamilano,  dell’Istituto superiore Niccolò Machiavelli di Pioltello e dal Dipartimento di Psicologia della Seconda Università di Napoli), con il sostegno del Ministero dell’Istruzione.
Il progetto “Open Eyes”, ha per oggetto la ricerca e la prevenzione del cyberstalking e del cyberbulling giovanile. Si svolge nelle scuole medie e superiori di Milano e Provincia e si articola in quattro direttrici fondamentali: la ricerca, la formazione dei docenti, l’intervento nelle classi per la gestione dell’emergere delle criticità e il consueling rivolto a adolescenti, genitori e insegnanti.
“Open Eyes” nasce in forza della considerazione che per le generazioni più giovani la rete, e soprattutto il web 2.0, fanno parte della quotidianità delle loro relazioni sociali: sono la modalità di comunicazione e di condivisione più diffusa e utilizzata. Un uso responsabile e consapevole della rete e delle sue potenzialità diviene quindi imprescindibile per coglierne pienamente le opportunità e limitarne i rischi, spesso sottovalutati.
Gli ambiti del Progetto “Open Eyes” intendono quindi sensibilizzare studenti, insegnanti e genitori su quei comportamenti troppe volte non percepiti nella loro reale portata, che possono arrivare a configurarsi come veri e propri reati e che per la loro natura necessitano di un’opera di prevenzione che deve essere agita anzitutto attraverso il medium educativo.

La formazione, tenuta da psicologi e magistrati, si rivolge agli che divengono punti di riferimento per i propri colleghi e per gli studenti nell’individuare –e prevenire– comportamenti e fenomeni che vengono spesso riconosciuti sono quando giungono a soglie eclatanti.

Per le proprie attività l’ATS “Occhi aperti” si avvale della sede di Via Vincenzo Monti: un appartamento sequestrato alla criminalità organizzata e messo a disposizione dal Ministero dell’Istruzione nell’ambito del programma “Più scuola meno mafia”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato: Milly Moratti, Presidente dell’ATS “Occhi Aperti”, Pierfrancesco Majorino, Assessore alle politiche sociali del Comune di Milano, Fabio Roia, giudice del Tribunale di Milano e membro del Comitato scientifico del Progetto “OpenEyes”, Maria Fedele, dirigente del Ministero dell’Istruzione e responsabile del programma “Più scuola meno mafia” e Anna Costanza Baldry, psicologa e Respnsabile del Comitato scientifico del Progetto “OpenEyes”.

La ricerca realizzata su oltre 2800 studenti di cinque differenti istituti scolastici di Milano e provincia è stata condotta con questionari anonimi e focus group per conoscere le dimensioni e la percezione del problema. “Si tratta di una fase fondamentale del progetto –ha sottolineato la professoressa Baldry–, indispensabile per conoscere il fenomeno del cyber bullismo e sviluppare un lavoro di prevenzione e formazione nelle scuole. I risultati del questionario dimostrano come soprattutto i social network, utilizzati da oltre l’85% dei ragazzi, nascondano pericoli e insidie agevolati dalla possibilità di creare identità fasulle dietro cui celarsi.”
I risultati evidenziano come gli adolescenti intervistati utilizzino internet, e soprattutto i social networks, in misura ormai massiccia e che tra essi oltre l’85% possiede un profilo su Facebook, MySpace, Friendfeed o simili. Allo stesso tempo la diffusione del fenomeno cyberbulling e cyberstalking assume dimensioni allarmanti.
Tra i dati più significativi emersi dalla ricerca (allegata) si noti come negli ultimi sei mesi il 12,5% degli intervistati ha inviato messaggi minacciosi o volgari a qualcuno attraverso la rete; oltre il 6% ha assunto identità fittizie per pubblicare materiale che danneggia la reputazione di altri; il 7% ha ricevuto messaggi che hanno fatto temere per la propria incolumità; oltre il 27% è a conoscenza di compagni che hanno pubblicato materiale minaccia o incita ad azioni violente, il 5,6% dei ragazzi ha divulgato online immagini personali e private di propri coetanei senza averne il permesso, il 7,4% è stato vittima di umiliazioni e pettegolezzi crudeli attraverso la rete; il 35,1% ha visto o è a conoscenza di materiale diffuso online che denigra o umilia appartenenti al corpo docente della propria scuola.
In questo contesto l’attività di formazione del personale docente diviene centrale. In quest’ambito l’attività del Progetto Open Eyes –svolta da psicologi e magistrati– affronta i seguenti temi:
    -il fenomeno del cyber bullismo e cyber stalking.
 -conseguenze e ruolo degli insegnanti.
 -strategie di contrasto con insegnanti e ragazzi.
 
Ad oggi sono stati formati 45 docenti che a loro volta affronteranno il problema nelle loro scuole, organizzando incontri e dibattiti con i ragazzi. “La formazione è importantissima, soprattutto in un contesto come quello che emerge dai dati che abbiamo illustrato –ha sottolineato Milly Moratti, Presidente dell’ATS Occhi Aperti– Non vogliamo demonizzare l’utilizzo della rete, al contrario. Vogliamo che i ragazzi vengano istruiti affinché riescano a riconoscere i pericoli del web e vedano la comunicazione telematica unicamente come un luogo di partecipazione e condivisione sociale.”
Inoltre, nelle scuole che partecipano al Progetto vengono svolti anche dibattiti di sensibilizzazione rivolti a genitori, ai ragazzi, a tutto il corpo scolastico. Si tratta di incontri aperti fatti nelle scuole per avvicinare tutti i soggetti che gravitano attorno alla mondo della scuola alla conoscenza del problema. 
Presso la sede dell’ATS “Occhi Aperti” è inoltre attivo lo Sportello antistalking e antibullismo. Aperto una volta alla settimana prende in carico casi di stalking on line e non solo. Ad esso si sono rivolte donne e famiglie per avere consigli, per ricevere un sostegno qualificato e per uscire dall’isolamento. 
Proprio la sede in cui si svolgono le attività di formazione e sportello di “OpenEyes” rappresenta ha una grande importanza simbolica poichè si tratta di un bene confiscato alla mafia e riassegnato ad un uso sociale di educazione alla legalità dal Ministero dell’Istruzione. “Il Ministero ha aderito con convinzione al progetto di Occhi Aperti –ha dichiarato a tal proposito Maria Fedele–, non soltanto concedendo un bene confiscato alla mafia come spazio di riutilizzo socialmente utile, ma anche procedendo attivamente nel lavoro svolto. Siamo estremamente soddisfatti di quanto fatto finora e speriamo di allargare questa esperienza a livello nazionale.” 

Oltre alle iniziative in corso, che si estenderanno in altre scuole –sia per quanto riguarda la ricerca che la formazione dei docenti–, nel corso delle prossime settimane negli istituti che hanno già aderito al progetto saranno distribuiti un video e un libro –curato dal Comitato scientifico di “Open Eyes”– per aiutare a riconosecre e gestire i casi di cyberbullismo e cyberstalking. 

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