Nuovi studi sull’omofobia hanno confermato la teoria di Freud secondo la quale i sentimenti e comportamenti negativi – odio e violenza, in questo caso – nascono e crescono nei confronti di coloro che si desiderano profondamente; in particolare, il Dipartimento di Psicologia di una università della Georgia ha messo in evidenza che gli omofobi sono gay frustrati, che reprimono ora dopo ora, giorno dopo giorno, la loro natura. Come ha fatto a dimostrarlo? Con un esperimento semplicissimo: trentacinque eterosessuali omofobi e ventinove individui gayfriendly, invece, sono stati studiati nell’atto di guardare un film gay. La scoperta è stata sorprendente, prestate attenzione: mentre tutti indistintamente hanno reagito con una forte eccitazione ai film a luci rosse etero e lesbo, c’è stata una reazione diversa rispetto a quelli omosessuali.
I ventinove, infatti, hanno risposto con indifferenza; per i trentacinque, invece, il livello di eccitazione – spiega questo studio pubblicato sulla rivista Psychology Today – è stato altissimo.
La conferma del luogo comune secondo il quale l’omofobo non è altro che un represso è arrivata, insomma. Ma non è finita qui; un nuovo studio, infatti, ha dimostrato che quelli che vengono definiti dispregiativamente ‘repressi‘, soprattutto se vivono una condizione familiare particolare, opprimente e poco aperta al confronto, sono i principali protagonisti di atti di violenza e discriminazione ai danni di omosessuali e transessuali.
Pubblicata nella rivista Journal of Personality and Social Psychology e condotta da studiosi degli stati di New York, Essex e California, questa conclusione è stata tratta dopo quattro esperimenti: ben centosessanta studenti americani e tedeschi sono stati interrogati sulla propria sessualità, in un primo momento; successivamente, invece, è stata analizzata la loro reazione a immagini di coppie omosessuali ed eterosessuali.
Combinando i due tipi di dato, e cioè la storia personale dei singoli individui e la reazione degli stessi a queste foto, si è scoperto che i gay più insospettabili (usciti allo scoperto, proprio durante l’esperimento) hanno sentito il bisogno irrefrenabile di attaccare smisuratamente i loro simili, denigrandoli e ammettendo che, se avessero potuto, avrebbero fatto ricorso anche alle mani.
Siamo al paradosso, ma è proprio così: in gran parte dei casi ‘omofobo’ vuol dire, prima di ogni altra cosa, ‘omosessuale’. Ci avreste mai scommesso?
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