L’esperta: «Mai ignorare la depressione». Incontri gratuiti per …

L’esperta: «Mai ignorare la depressione». Incontri gratuiti per riconoscere i problemi

Un mese intero dedicato all’informazione psicologica per capire i propri disagi, sfatare timori infondati e avvicinarsi agli specialisti che possono aiutare a risolverli. Sono oltre trenta gli appuntamenti pubblici e gratuiti proposti a Como e in provincia dai promotori dell’iniziativa: seminari e laboratori. Ne parliamo con

la dottoressa Manuela Giambanco, psicologa clinica con studio in città e coordinatrice del Mip (Maggio di Informazione Psicologica) per la zona di Como Centro.
Dottoressa Giambanco, come nasce questa iniziativa?
«Da Psicocommunity, la comunità degli psicologi online attiva su tutto il territorio nazionale. In Italia questa è la sesta edizione, la terza per il territorio comasco. Lo scopo fondamentale è spiegare chi è lo psicologo, anche perché c’è molto pregiudizio intorno a questa figura. E poi, offrire un servizio con una serie di eventi. I destinatari appartengono a tutte le fasce di età: bambini, adolescenti, coppie, genitori, anziani. L’anno scorso abbiamo avuto cinquecento iscritti».
Sono previste anche visite gratuite?
«Sì, parliamo più correttamente di una prima consulenza gratuita su prenotazione, come del resto deve avvenire anche per partecipare agli eventi (sui siti www.psicologimip.it, oppure www.psicologimip.it/como, o al numero di telefono 347.8707457. Abbiamo interessanti riscontri: tra i temi più gettonati c’è l’autostima e molti iniziano un percorso proprio da lì».
In alcuni casi si ha l’impressione che il ricorso allo psicologo sia eccessivo. Per esempio, lo stress, tema che ricorre in molti incontri che proponete, è necessariamente patologico?
«Non parliamo certo dello stress quotidiano che è una componente della vita di ognuno. Ci riferiamo invece a quello che influenza negativamente l’esistenza. Perché se chiudo il gas e devo tornare a casa più volte per assicurarmi di averlo fatto, questo è un disagio che va risolto. Non dimentichiamo poi che oggi, più che mai, è diffuso lo stress da perdita del posto di lavoro. E quando lo stress è mal gestito, può essere l’anticamera di un disturbo d’ansia, o di una depressione.
Anche alcune piccole difficoltà che riguardano i bambini devono essere affrontate dallo specialista?
«Noi non proponiamo di medicalizzare i bambini. I laboratori del Mip sono una modalità per comprendere attraverso il gioco e il colore, non certo con sedute psicologiche, se ci sono difficoltà relazionali. Sono momenti giocosi caratterizzati da un’osservazione attenta. I piccoli problemi sono davvero “micro” se vengono identificati e risolti subito. Viceversa, se trascurati, nell’adolescenza rischiano di essere esasperati. La nostra è una forma di prevenzione, il professionista non deve trovare per forza un problema. Voglio fare un esempio: a volte si parla di bambini iperattivi che, in realtà, sono soltanto esuberanti...».
È possibile identificare in base alla sua e vostra esperienza il disagio psicologico più ricorrente nel Comasco?
«Lo stress e, quindi l’ansia e la depressione. Nei ragazzi, poi, c’è la tendenza ad apparire, che nasconde spesso un’estrema fragilità. Un altro problema importante è la gestione dell’anziano, con la necessità di garantirgli spazi adeguati al suo vivere quotidiano per evitare che cada in depressione. Da questo punto di vista, mi lasci dire che sono ottime le iniziative dell’Università della Terza Età e di altre associazioni che permettono all’anziano di uscire dal ristretto ambiente domestico».
E il disagio più pericolosamente ignorato, qual è?
«Soprattutto la depressione e i disturbi affettivi. Non basta la pastiglietta data dal medico: dietro, magari, c’è un mondo che non può essere ignorato. Poi, direi, che è pericoloso ignorare i problemi relazionali nella coppia o tra i genitori e i figli adolescenti. E anche le separazioni, che spesso derivano dalla difficoltà a mettersi in gioco».
C’è un messaggio che desidera dare a chi non è abituato a sentire parlare di psicologo e se ne spaventa?
«C’è chi teme che lo psicologo sia un manipolatore di menti o che, in fondo, per affrontare un problema bastino un prete o un’amica. Ma il nostro percorso accompagna la persona e non impone nulla. Il compito dello psicologo è far emergere le risorse che la persona ha già in sé, affinché possa risolvere un blocco intorno al quale si arrovella. Si tratta di vedere il problema in un modo diverso. Se, per esempio, qualcuno ha paura di guidare l’auto, lo psicologo deve fargli scoprire quali risorse si sono “congelate” e devono essere sciolte per superare questo stallo».
Quest’anno, per la prima volta, il Mip ha avuto il patrocinio del Comune di Como e il vicesindaco Silvia Magni ha partecipato alla presentazione dell’iniziativa. Impegna 25 psicologi e tocca 5 filoni: gli aspetti psicologici (autostima, ansia, paure, stress); il corpo, la psiche e la relazione (la bioenergetica); la psicologia della coppia; la genitorialità; la senilità.

Marco Guggiari

Nella foto:
A sinistra, Manuela Giambanco, psicologa clinica con studio in città e coordinatrice del Mip (Maggio di Informazione Psicologica) per la zona di Como Centro (foto Mv)

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