La speranza di diventare soci della Trinità


La speranza di diventare soci della Trinità

Lo psichiatra e noto volto televisivo Alessandro Meluzzi è stato ospite relatore della prima serata dei “Dialoghi per la città”

“Parlate di Dio nei salotti e nessuno si scandalizzerà. Ritengo che al giorno d’oggi la parola “Dio” sia terribilmente prêt-à-porter. Ognuno può vedervi quello che vuole: un’idea, uno spirito cosmico, un’energia, una filosofia. Ma provate a parlare di Gesù Cristo: questo fatto dividerà l’uditorio. Cristo ancora oggi è pietra d’inciampo”.

Il medico psichiatra Alessandro Meluzzi, volto noto dei salotti televisivi, ha inaugurato di slancio il nuovo ciclo dei “Dialoghi per la città” promossi dalla diocesi di Cesena-Sarsina. Lunedì scorso, nell’aula magna della Facoltà di Psicologia, Meluzzi ha parlato per quasi due ore sul tema “Comunicare le buone ragioni della speranza cristiana” intrecciando nei suoi discorsi, teologia, filosofia, sacre scritture, storia, letteratura ed esperienze personali.

Una dissertazione definita dallo stesso Meluzzi “sgangherata e caotica”, ma con un filo rosso bene in evidenza a legare il tutto: Gesù Cristo.

“In Gesù si realizza il mistero dell’incontro tra l’umano e il divino. Gesù non porta la verità, è verità egli stesso. La speranza dunque, per i cristiani, non nasce dalla pratica di leggi, filosofie, teorie o morali. La speranza cristiana nasce dall’incontro con la persona Gesù Cristo. Un incontro che va annunciato, mentre troppi al giorno d’oggi si limitano a denunciare i peccati altrui, distribuendo patenti, anziché annunciare la salvezza”.

Un annuncio di salvezza che, per Meluzzi, avviene prima di ogni altra cosa per mezzo delle proprie opere: “Gesù non ha mai invitato al proselitismo. Non ha mai detto di andare a convertire. Ha detto però di andare e battezzare nel suo nome. Quando Gesù si ferma a mangiare a casa di Zaccheo non lo obbliga al pentimento. E’ Zaccheo stesso che a seguito di quell’incontro decide di donare metà dei suoi beni ai poveri e restituire quanto frodato”.

Una riflessione sul libero arbitrio che Dio ci ha donato capace di spiegare, in parte, anche il male presente nel mondo: “Il Caos ininterpretabile della realtà è l’unico humus possibile per la nostra libertà – ha proseguito Meluzzi – dato che se l’universo fosse armonioso e perfetto noi non saremmo uomini, bensì marionette nelle mani di un dio banale. Dio, nel suo amore, rispetta sempre la volontà dell’uomo”.

Per comunicare al meglio la speranza cristiana, Meluzzi ha citato tre encicliche definite fondamentali: la Deus caritas est, la Spe salvi, la Caritas in veritate. “La speranza potrebbe apparire come la più debole tra le virtù teologali, eppure è prerequisito essenziale per la fede e la carità”.

Una speranza che per lo psichiatra parte da Gesù Cristo, ma punta a un’associazione con il divino nella sua totalità: “Il cuore della nostra speranza è quello di diventare soci della santissima Trinità. Una società nella quale noi mettiamo le nostre debolezze, mentre Dio mette tutto il resto. La prima ad averci creduto fino in fondo è stata Maria di Nazareth, nostra corredentrice”.

Il prossimo appuntamento dei Dialoghi per la città è in programma lunedì 27 febbraio, sempre alle 21 nell’aula magna di Psicologia, con il vaticanista Sandro Magister. Il celebre blogger, ex giornalista dell’Espresso, tratterà il tema “Raccontare la Chiesa al tempo di Internet”.

Michelangelo Bucci


<!--

Nessun commento

-->

Lascia un commento

Leave a Reply