La prima laureata magistrale in Psicologia con l’accordo Trento …

Mercoledì, 11 Marzo 2015 13:10


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L'autore
Redazione Trento



«Il periodo di ricerca alla Nagasaki University è stato un'esperienza molto formativa e consiglieri a chiunque di viverla». Esprime soddisfazione e gioia Anna Truzzi, fino a pochi giorni fa impegnata in attività di ricerca nell'Ateneo giapponese, che questa mattina al Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell'Università di Trento ha discusso la sua tesi di laurea magistrale in Psicologia, percorso Neuroscienze ottenendo 110 e lode. 

«Nella mia tesi - dice - ho analizzato le risposte fisiologiche a diverse situazioni sociali in persone adulte con autismo». Dopo essersi diplomata al liceo scientifico "Belfiore" di Mantova, Anna Truzzi ha intrapreso il corso di laurea triennale in Scienze e tecniche di Psicologia cognitiva all'Università di Trento, laureandosi con il voto di 110 e lode.

Ha quindi deciso di proseguire i suoi studi all'Università di Trento con il corso di laurea magistrale in Psicologia ed è stata la prima studentessa a vincere una delle borse di studio finanziate nell'ambito dell'accordo bilaterale tra il DiPSCo - Dipartimento Psicologia e Scienze cognitive dell'Università di Trento e la Facoltà di Scienze biomediche della Nagasaki University, completando il percorso di studi in un anno accademico, da settembre 2013 a marzo 2015.

L'accordo bilaterale dà la possibilità a sei studenti iscritti al corso di laurea magistrale in Psicologia dell'Università di Trento di partecipare a un progetto di ricerca presso la Nagasaki University. Tra l'altro, nelle scorse settimane, è arrivata la notizia che l'Università di Nagasaki s'impegna a finanziare altre due borse di studio per il prossimo anno accademico e che questa volta il bando sarà aperto anche agli studenti del corso di laurea triennale in Scienze e tecniche di Psicologia cognitiva.

Titolo della tesi di laurea di Anna Truzzi "Different levels of autistic and empathy traits mediate differential physiological responses to social interactions" ovvero "Diversi livelli di tratti di autismo ed empatia modulano differenti risposte fisiologiche a situazioni sociali".

Relatore Gianluca Esposito, che è anche il docente referente per l'accordo bilaterale, e correlatrice Paola Venuti, responsabile del Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione (ODFLab). «Nella mia tesi di laurea - racconta Anna Truzzi (nella foto)- indago come alcuni tratti di personalità delle persone adulte, nello specifico i tratti legati all'autismo e alle capacità empatiche, siano legati alle loro reazioni fisiologiche di fronte a interazioni sociali.

In altre parole, abbiamo misurato il battito cardiaco e la temperatura corporea superficiale dei partecipanti mentre venivano loro mostrati dei video clips in cui due attori interagivano.

Il focus dell'interazione tra i due attori nei video poteva essere concentrato su evento di tipo fisico oppure su un evento di tipo sociale. I risultati mostrano come ad alti o bassi livelli di tratti di autismo e di empatia corrispondano diverse risposte del sistema nervoso autonomo delle persone ai diversi tipi di eventi, sociali o fisici, su cui l'interazione si concentra. Poter affiancare misurazioni fisiologiche ai questionari di personalità consentirebbe una più oggettiva e più precisa quantificazione dei tratti di autismo e, più in generale, delle capacità sociali».

La neolaureata descrive il suo periodo di ricerca in Giappone: «Alla Nagasaki School of Medicine ho quindi lavorato in collaborazione con il professor Kazuyuki Shinohara e il professor Hirokazu Doi portando avanti un secondo esperimento volto a indagare, attraverso l'uso dell'elettroencefalogramma, le risposte del sistema nervoso centrale di un campione di partecipanti nei confronti di interazioni sociali, sempre in relazione ai livelli di tratti di autismo e di empatia.

Nei laboratori del Dipartimento di Neurology and Behavior dell'Università di Nagasaki ho poi avuto l'occasione di accrescere le mie conoscenze tecniche e teoriche nell'ambito della psicologia sperimentale, soprattutto grazie al supporto dei miei supervisor e dei colleghi. Inoltre l'esperienza a Nagasaki mi ha permesso di imparare molto anche da un punto di vista personale, poiché mi ha consentito di conoscere, vivere e cominciare a capire una cultura diversa da quella a cui sono abituata. Al contempo, incontrare persone provenienti da molte culture diverse tra loro, mi ha confermato che anche se la cultura è differente le persone si assomigliano».

 

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