Juve a Parma per tornare in testa

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Juve a Parma per tornare in testa

Claudio Marchisio, 26 anni, è il secondo bomber stagionale con 7 gol

Stasera il recupero della sfida
rinviata per neve. Conte: «Se qualcuno ha paura, gli mostro
la classifica dell'anno scorso»

Volendo riprendersi l’attico della classifica, suo domicilio da tre mesi abbondanti, Antonio Conte si presenta con il manuale di psicologia: «Sapete - attacca il tecnico - ci sono due tipi di stress: l’eustress, che è quello positivo, e il distress, che è quello negativo. E per noi questo è tutto stress positivo, perché quello che ci sta accadendo quest’anno è qualcosa di bello, che ci rende felici. Siamo tornati a essere competitivi, ed erano tanti anni che la Juve non lo era, vivendo da protagonista». In ogni caso, i bianconeri dovranno gestire la sindrome da adattamento, cioè lo stress, cercando di ridurre la professione di inseguitore al ruolo di una sera, quella di Parma. Perché la fisiologia non diventi patologia, è necessario vincere il recupero, quel che basta per tornare primi.

Se poi qualcuno avrà bisogno di ripetizioni, Conte ha le dispense: «Dovessi trovare dello scoramento tra i miei, farei vedere loro la classifica dell’anno scorso». Di questi tempi, la Signora seguiva il modello greco: sesta, a nove punti dal Milan. La pressione, dunque, fa parte del mestiere: «Sentiamo il bisogno di vincere ogni giorno - ripete è la mia mentalità, che ho cercato di trasmettere ai ragazzi. Vincere ci fa stare bene: il bisogno della vittoria sta nel nostro dna e noi stiamo lavorando per tornare una squadra vincente». Che, aggiunge, ha già quel patrimonio genetico: «Da questo punto di vista, penso che i ragazzi siano molto mentalizzati». Il fatto che nessuno guarda mai la classifica è però una delle frottole del calcio, e allora a Parma serviranno piedi ben tarati e nervi saldi, perché forse s’avvia il mese più importante del campionato: «Non ho una carriera lunga da allenatore continua Conte - anche se momenti particolari ne ho affrontati. Succede nel corso di un anno calcistico, e non so se questa fase potrà rivelarsi determinante». Però: «Per noi e per gli altri, ogni occasione è persa». La Juve cercherà di non farsela scappare puntando sugli uomini più fidati, e ribaltando nuovamente l’assetto. Dose massiccia di turnover, se i test dell’ultimo allenamento evidenziavano sette cambi rispetto alla vittoria di San Siro, con pit stop in tutti i settori. Di certo, tornano in servizio le mezz’ali originali: «Non sono preoccupato per le condizioni di Marchisio e Vidal, perché stanno facendo bene. Il fatto è che il loro inizio è stato strepitoso: ma sono convinto che a Parma faranno una grandissima prestazione».

Lichtsteiner darà il cambio a Caceres, mentre De Ceglie è favorito su Estigarribia. Si andrà in nomination solo davanti, perché i due titolari saranno pescati tra Vucinic, Quagliarella e Matri, con i primi favoriti. Confermato invece il telaio, 3-5-2, anche se altre sono le cose che contano: «Il modulo dipende da ciò che vedo in allenamento e sarà quello che mi dà più garanzie - spiega il tecnico - ma conta relativamente. Quel che importa è l’atteggiamento con cui si va in campo. Se è giusto, si può andare anche con il modulo undici-zero». Dall’altra parte, il pericolo è un ragazzo con il cuore (e il cartellino) a metà, Sebastian Giovinco. «È un calciatore del Parma - taglia corto Conte, che in estate l’avrebbe voluto - lo stimo, ma è un avversario». Che alla Juve ha già fatto malissimo: quattro gol in tre partite. Poche sviolinate pure da Roberto Donadoni: «A me non piace scommettere su un solo giocatore - dice l’allenatore del Parma - io punto sulla squadra. Anche se contro il Chievo Giovinco ha fatto un gol che in pochi possono realizzare, non ci sarebbe riuscito senza il passaggio di Mariga». Altro precetto chiaro: «Dovranno faticare», promette Donadoni. A Conte, invece, basterebbe una cosa: «Noi dobbiamo fare la Juve. Esaltare i loro difetti, e limare i loro pregi». Tornando davanti a tutti, sarà minore l’assillo della gufata davanti alla tv, dove s’era visto la vittoria del Milan a Udine, in rimonta: «Ma non ho spaccato la televisione - sorride - sennò mia moglie e poi mia figlia mi riempivano di schiaffi». Psicologia famigliare.

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