Il pregiudizio è scritto sul volto – Salute24

I pregiudizi si leggono in faccia. E' questa la conclusione cui sono giunti i ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell'Università di York, che in uno studio pubblicato su Pnas hanno analizzato i fattori determinanti nella formazione della cosiddetta “prima impressione”, il giudizio che ognuno di noi formula di una estraneo la prima volta che ne osserva il volto. Prendendo in considerazione ben 65 caratteristiche del viso e valutandole in 1000 fotografie di persone diverse reperite sul web gli autori dello studio sono riusciti a mettere a punto modelli di volti che avrebbero dovuto corrispondere a una determinata prima impressione. Chiedendo a degli osservatori di esprimere un giudizio a prima vista su questi volti è stata confermata l'importanza dei tratti del viso nel determinare la prima impressione data agli estranei.

 

Ricerche precedenti avevano individuato i 3 aspetti generali su cui si basa il giudizio dato ad una persona in base al suo volto: l'approcciabilità – ossia quanto una persona dia l'impressione di voler essere d'aiuto o di voler fare del male – la dominanza – cioè quando una persona potrebbe aiutare o fare del male – e la giovinezza-attraenza – un parametro che probabilmente corrisponde al giudizio sulla possibilità che un estraneo possa essere interessante per un eventuale rapporto sentimentale o, al contrario, un rivale in amore. Questo studio è però andato oltre. “La prima impressione che ci creiamo degli altri è talmente intuitiva che ci sembra non richieda alcuno sforzo – spiega Clare Sutherland, coautore della ricerca – Credo che il fatto di riuscire a ricondurre tutto ciò a un modello scientifico sia affascinante”. Non mancano, però, nemmeno le implicazioni pratiche. “Dimostrare che anche caratteristiche di un volto ritenute assolutamente arbitrarie possono influenzare l'impressione delle persone suggerisce che scegliere accuratamente una fotografia potrebbe essere fondamentale per la prima impressione che si dà agli altri”, spiega Richard Vernon, primo autore dello studio. Meglio quindi stare ben attenti alla fotografia che si sceglierà di allegare al prossimo curriculum vitae?

 

Foto: @ University of York

 

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