I traumi della guerra

I traumi della guerra: le ferite psicologiche di chi vive tra i conflitti armati

Vivere in un Paese dove i conflitti sono all'ordine del giorno, dove si è costantemente in allarme per sé e i propri cari, dove non si ha mai la sensazione di tranquillità, lascia in chi riesce a sopravvivere delle profonde ferite psicologiche per tutto il resto della vita.
Studi psicoanalitici effettuati in seguito ai grandi scontri mondiali del passato, hanno evidenziato come i traumi da guerra originino nelle persone gravi disturbi post traumatici da stress anche a distanza di anni.

Le ferite nascoste
Case, ospedali, scuole distrutte e tutto ciò che ne deriva da una guerra, una volta terminato il conflitto piano piano vengono ricostruiti, cancellando le stragi avvenute; se però un'abitazione può essere rimessa in piedi, anche meglio di prima, non si può fare lo stesso discorso per la psiche umana, che viene profondamente lacerata. Non è semplice annullare il trauma di ciò che si è visto con i propri occhi, dimenticare la sensazione di costante pericolo che si è vissuta per mesi, e molto spesso anni.


Il disturbo post traumatico
Ogni persona vive le situazioni traumatiche diversamente: c'è chi ha maggior capacità di resistenza agli eventi dolorosi e chi meno. Comunque la maggior parte degli individui, in seguito ai traumi delle guerra, sviluppa un disturbo post traumatico da stress più o meno grave. Si tratta di forme gravi di ansia, che si sviluppano in coloro che subiscono un incidente, o vivono catastrofi naturali (terremoti, maremoti etc.), violenze e guerre. Chi vive in zone di combattimento sviluppa la sensazione di vivere costantemente in pericolo, ha episodi di agorafobia, una ridotta capacità ad interagire emotivamente, stati depressivi, disturbi del sonno e ha la tendenza a rivivere con immagini, pensieri e sogni l'evento traumatico. Qualcuno poi, cerca di annullare questi disturbi abusando di alcol e droghe o tentando al suicidio.


Il trauma della guerra nei bambini
Psichiatri e psicologi sono concordi nell'affermare che il trauma più grande della guerra lo subiscono proprio i bambini. Vivere fin dalla tenera età situazioni di pericolo costante, fa sviluppare disturbi dell'attenzione, problemi di concentrazione, cali di memoria. Inoltre si cresce con una sfiducia dei propri simili e uno scarso senso di amicizia. Il fatto che gli adulti non possano provvedere al sostentamento e alle cure dei piccoli, contribuisce a creare nel bambino la sensazione di “tradimento” e viene a mancare la fiducia.
Chi poi rimane orfano avrà difficoltà a sviluppare modelli di attaccamento sicuri e crescerà con la paura dell'abbandono; la difficoltà a trovare genitori adottivi o strutture che si prendono cura del piccolo, poi, non fa altro che ridurre nel bambino lo sviluppo affettivo normale, originando disturbi somatici e depressivi e talvolta alimentando il senso di vendetta e odio.

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