"I love my selfie", ma chi lo guarda tende a svalutarlo – AGI

10:49 20 DIC 2014

(AGI) - Cagliari, 20 dic. - In fatto di fenomeni sociali
nell'era dei social network c'e' una credenza da sfatare: i
"selfie", gli autoscatti realizzati con il telefono cellulare e
pubblicati sui principali social, non sono percepiti dagli
utenti in maniera positiva. Secondo la ricerca "I love my
selfie. Autostima e' autoscatto nel nuovo millennio", promossa
dall'associazione culturale Puntila di Cagliari e condotta da
un team di esperti psicologi coordinati da Renato Troffa,
docente di Psicologia della Comunicazione dell'universita' di
Cagliari, esiste una grande differenza tra l'intenzione
dell'autore di un selfie e il risultato che ottiene: chi guarda
la foto, poi, tende a svalutarla o a vederla in una luce
negativa.
In circa due mesi gli esperti hanno raccolto e selezionato
duecento scatti, inviati spontaneamente dagli stessi autori,
per l'80%, che hanno risposto all'invito dei ricercatori. Le
foto sono state poi analizzate con l'aiuto di una squadra di
"valutatori", esperti in fotografia, comunicazione e web, che
ne hanno studiato il messaggio. "Abbiamo riscontrato una grande
differenza tra i sentimenti che le persone vogliono trasmettere
attraverso un proprio autoscatto e cio' che percepisce chi
osserva la foto", ha spiegato Troffa, nel presentare i
risultati dello studio, "chi realizza un autoscatto tende a
sovrastimare il suo messaggio, chi lo guarda, invece, tende a
dargli una valutazione negativa".
"Dal punto di vista psicologico la moda dei selfie ha in
se' elementi di conformismo ed esibizionismo, mascherati da
ragioni di condivisione di momenti significativi nelle giornate
di chi li scatta", ha sottolineato Troffa. Durante la tavola
rotonda sono state presentate anche le "Confessioni di selfiste
in cerca di...", brevi monologhi scritti dall'attrice Elena Pau
e interpretati insieme a Rita Atzeri. (AGI)
.
 

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