Gioco d’azzardo: problema psicologico e patologico

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Un problema psicologico, ma anche patologico, sempre attuale, è il gioco d’azzardo. Questa patologia sembrerebbe non svanire mai, infatti, risulta sempre attuale. Il motivo di ciò è dovuto all’esistenza di svariati giochi, che si basano più sulla fortuna che sull’abilità; e ai giorni nostri ne esistono veramente tanti. Il termine “azzardo” stesso indica che si ha a che fare con un’attività rischiosa, un gioco non basato sulle capacità personali, sulle abilità, ma sul rischio vero e proprio.

Le persone che “soffrono” di tale disturbo non riescono, inizialmente, a rendersi conto di essere entrati nel tunnel del gioco d’azzardo, e quando si accorgono della situazione è troppo tardi, tanto che non riescono ad uscirne da soli, con la stessa buona volontà. Nonostante molti dichiarino di riuscirci con le proprie forza, secondo gli esperti di psicologia, questi “malati” devono per forza farsi aiutare, rivolgersi a dei gruppi di specialisti, a delle strutture specifiche che si occupano di situazioni di questo genere. Perché quest’attività eccita e stimola così tanto le persone? Il rischio di scommettere determinate somme, con la possibilità di vincerne di più, ma anche di perderne, provoca un senso di gratificazione. È da sottolineare che il gioco d’azzardo è considerato patologico quando diventa insistente, frequente, non si riesce a farne a meno, insomma una specie di “droga“.

Infatti, crea dipendenza, non dipende dal carattere di una persona, debole o no, ma potrebbe capitare a tutti. Esistono dei sintomi che rappresentano un vero e proprio campanello d’allarme del gioco d’azzardo. Innanzitutto, come accennato prima, non si riesce a smettere da soli; si vuole puntare e rischiare sempre di più, con cifre alte e con frequenza elevata; da un punto di vista caratteriale si diventa irascibili, nervosi, bugiardi, e anche pericolosi. Insomma, si è disposti a fare qualsiasi cosa per avere i soldi (che finiscono inesorabilmente) e giocare. Da quando si inizia a quando ci si rende conto del problema la persona attraversa una serie di fasi. Per poter uscire da questo “maledetto” tunnel, che purtroppo, rovina la stessa persona, ma anche tutti coloro che gli sono vicino, bisogna parlarne, rivolgersi a degli specialisti, ma iniziare anche dai parenti, insomma uscire fuori allo scoperto.


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