Elezioni Usa: la psicologia dei liberali e dei conservatori

Ormai ci siamo. Martedì gli
Stati Uniti d'America sceglieranno il loro quarantacinquesimo
presidente. E in attesa di sapere se il prossimo mandato toccherà al democratico
Barack Obama o al repubblicano
Mitt Romney, al di là dei piani scientifici dell'
uno o dell'
altro, delle misure politiche, economiche e della politica estera al centro dei
dibattiti televisivi  ci si chiede cosa cambi, più sottilmente, a livello
psicologico tra la visione di un
liberale e quella di un
conservatore. In fondo non molto secondo il
Ted Talk di
Jonathan Haidt riproposto da
Wired.com, dal titolo The Moral Roots of Liberals and Conservatives (Le radici morali di liberali e conservatori).

 

L'assunto di base da cui parte l'analisi di Haidt - un lungo discorso che si snoda tra arte, antropologia, psicologia, religione e politica -  è che ogni essere umano fonda tutto ciò che fa su cinque pilastri della
morale, riassumibili in altrettanti binomi: dolore-affetto, equità-reciprocità, gruppo- fedeltà, autorità-rispetto e, infine, purezza-santità. Questi, racconta lo psicologo, sono comuni a tutte le
culture, come emerge dall'analisi della letteratura antropologica e dalla
psicologica evoluzionista. Tuttavia, secondo Haidt, liberali e
conservatori non avrebbero esattamente la stessa morale: primi hanno una moralità a due canali (dolore-affetto ed equità-reciprocità), i secondi invece si trovano ad abbracciare tutti e cinque i fondamenti della
coscienza morale. Detto così sembrerebbe che i conservatori abbiano una
morale più forte dei liberali, ma la questione è più complicata e profonda come spiega il ricercatore.

 

In pratica tutti sono d'accordo nel dire che
dolore e imparzialità sono importanti, ma la visione dei liberali mette in discussione l'autorità, è aperta alle novità celebrando la
diversità e rigetta l'idea di
purezza, in un modo che Haidt riassume così
“tieni lontane le tue leggi dal mio corpo”. I liberali, continua lo psicologo sono quelli che vogliono cambiamento e giustizia, anche a rischio di caos, di rivoluzione. Sono quelli che rifiutano l'idea di un'
autorità e di una
moralità che possono nuocere a quelli che non vi si adattano. D'altra parte invece i
conservatori sono quelli che rappresentano le tradizioni e le istituzioni, e auspicano
l'ordine, anche a spese di quelli che si trovano sotto di loro. Un
ordine che è difficile da stabilire, e che è molto facile perdere.

 

Visto così, la morale dei liberali e dei conservatori è uno
Yin e
Yang, è qualcosa che cerca di creare un equilibrio tra il
cambiamento e la
stabilità. Qualcosa che nelle religioni orientali è ben compreso: una dualità complementare e essenziale.

 

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