‘Deficit dell’attenzione’, come scoprirlo

ApiceManca solo l’autorizzazione dei genitori dei ragazzi, dopodiché si darà avvio a settembre al progetto di studio sottoscritto tra l’Istituto comprensivo “E. Falcetti” di Apice e e la Facoltà di Psicologia di Chieti. L’oggetto della ricerca, i cui dati andranno ad arricchire la ricerca scientifica nazionale e internazionale, riguarda il disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività conosciuto come Adhd (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder). L’Adhd è infatti un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltosa e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. I disturbi provocati sono ansia, minore frequenza scolastica, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da tic e disturbo bipolare. Spesso sia la diagnosi che la terapia risultano essere complesse, in particolare, in Italia, la diagnosi viene completamente misconosciuta. A spiegarci gli intenti della ricerca, la psicologa Monia Innasso dell’Università di Chieti, originaria di Apice: “L’intento è quello di individuare dei marker biologici cioè le caratteristiche che possono contribuire all’insorgenza di tale disturbo. Verrà scelto quindi un campione di soggetti e lo studio sarà condotto dal professore  Alfredo Grilli, docente della cattedra di Biologia presso l’Università di Chieti, insieme alla ricercatrice  Alessia Rizzuto e Monia Iannasso. In seguito, grazie alla collaborazione del corpo docenti e delle famiglie dei bambini si passerà alla compilazione di questionari volti ad indagare gli aspetti psicologici e comportamentali legati a questo disturbo. Poi si andrà al prelievo di un campione salivare. I dati dei bambini saranno assolutamente anonimi, quindi tranquillizziamo le famiglie. L’intento – conclude Monia Iannasso – è quello di ampliare lo studio su tale argomento e verificare se l’Adhd abbia un preciso correlato biologico in modo da poter migliorare la vita di questi bambini e le famiglie attraverso un aumento della comprensione del disagio vissuto e la scoperta di possibili trattamenti”. A sottolineare l’importanza della ricerca, rassicurando i genitori, il dirigente scolastico Eduardo Falbo: “E’ indubbiamente un’occasione utile e proficua la collaborazione tra il nostro Istituto e la Facoltà di Psicologia di Chieti su questa ricerca studio dell’Adhd. Per i docenti dell’Istituto Comprensivo e naturalmente per gli alunni e i genitori è una opportunità in più offerta per affrontare una problematica molto spesso disconosciuta. Spesso infatti non si riescono a riconoscere tali disturbi. E’ naturale che i bambini e i loro genitori non abbiano nessuna colpa, quest’ultimi molto spesso accusati come incapaci nel loro ruolo educativo. Tale disturbo colpisce infatti quei bambini che sono additati come maleducati, che sono molto agitati. Voglio sottolineare – conclude Falbo – che si garantirà l’anonimato dei ragazzi, si tratta di un semplice prelievo salivare e di un test, voglio quindi rassicurare i genitori invogliandoli ad autorizzare la ricerca”.

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