Congresso Sitcc: all’obesità lo psicologo fa bene quanto la dieta

Congresso Sitcc: all’obesità lo psicologo fa bene quanto la dieta

ACQUI TERME - Non c’ bisogno di essere obesi per sapere che la battaglia contro il peso è una battaglia con se stessi. E anche quando si sono raggiunti dei risultati si fa grande fatica a mantenerli, con alte possibilità di rovinare tutti gli sforzi per avere ceduto ad un momento di debolezza. A venire in soccorso di chi è alle prese con la bilancia ora scende in campo la psicologia. Se ne è parlato al XVI CONGRESSO NAZIONALE SITCC, la Società italiana di terapia comportamentale e cognitiva, che si svolge a Roma dal 4 al 7 ottobre.

Ma è vero che lo psicologo fa meglio della dieta?
Lo abbiamo chiesto a Marco Pastorini, psicologo che fa parte del centro per la cura dell’obesità di Villa Igea ad Acqui Terme.

PIU’ GRASSO, MENO FELICITA’
«Messa in questi termini la domanda è un po’ troppo semplificata», risponde il dottor Pastorini, presente al congresso della Sitcc con una relazione sulla terapia psico-nutrizionale dell’obesità.
«Di certo -prosegue il dottor Pastorini - possiamo dire che c’è una relazione stretta fra psicologia e disturbi dell’alimentazione. Lo dimostrano gli studi che abbiamo sui nostri pazienti. Abbiamo infatti distribuito dei questionari riguardanti la depressione e l’ansia presso i nostri pazienti e abbiamo constatato che almeno la metà di loro ha una depressione di livello sub clinico che comunque interviene nei comportamenti di alimentazione: un po’ quella che viene chiamata la fame nervosa. Tutti i nostri pazienti sanno bene di che cosa si tratta perché hanno dimestichezza con quei momenti difficili in cui non sono portati a mangiare per fame, ma perché c’ è qualcosa, che va al di là del cibo, che nello stomaco gli insinua che devono mangiare per stare un po’ più tranquilli. Su questo bisogna lavorare perché tutti sappiamo che il problema delle diete non è perdere peso, ma è mantenere i risultati che si sono raggiunti. A Villa Igea per contrastare questo fenomeno abbiamo costruito un percorso su misura sui nostri singoli pazienti che tiene conto delle loro esigenze, sia dal un punto di vista emotivo che da quello psicologico. Proprio perché la dieta non è solo quello che si mangia ma è un modo di prendersi cura di se stessi. Spesso le persone che abbiamo in cura non hanno infatti l’attitudine a prendersi cura di loro stesse».

LA SOLITUDINE NEMICA DELLA DIETA

Mantenere gli effetti positivi di una dieta è uno sforzo forse maggiore del perdere peso. Rimasti soli con se stessi più facilmente si cede all’impulso del momento mandando tutto all’aria. Come fate a non lasciare soli i vostri pazienti, anche quando non siete più accanto a loro?
«Noi cerchiamo di dare ai pazienti molte possibilità. Nel corso del ricovero diamo loro degli spunti, dopo diamo loro delle possibilità attraverso i controlli costanti, con il dietologo, con il nutrizionista, con lo psicologo e tutti gli altri medici che li hanno seguiti in equipe nella fase di intervento diretto. Inoltre cerchiamo il supporto di altre discipline. Con Villa Igea collabora anche una danza-terapeuta e a breve coinvolgeremo anche altre attività da fare sul territorio come gli esercizi fisici all’aria aperta o nelle palestre. Cerchiamo di dare gli stimoli adatti per convincere i pazienti che non è solo sull’alimentazione che bisogna agire, ma anche sullo stile di vita. Sappiamo bene che è difficile conquistare questi risultati se si è lasciati da soli, quindi cerchiamo di prolungare la nostra opera quanto è più possibile nel tempo. Spesso i pazienti vengono da delusioni precedenti e quindi siamo molto attenti a tenere in considerazione questo aspetto consapevoli della fragilità che accompagna le persone che debbono combattere l’obesità», precisa il dottor Pastorini.

Le statistiche ci dicono che in Italia ci sono sei milioni di obesi. Lo stato non fa troppo poco nel campo della psicologia, cioè sul terreno del convincimento, per frenare questo fenomeno quando si potrebbe essere ancora in tempo?
«Ci sono oramai autorevoli studi portati avanti soprattutto in Gran Bretagna che dimostrano ampliamente la validità della psicoterapia a supporto o in sostituzione dei farmaci. La depressione spesso si manifesta con sintomatologie alimentari e noi abbiamo visto grazie ai nostri studi come spesso l’obesità sia associata a forme più o meno lievi di depressione. E’ vero si potrebbe intervenire molto prima, soprattutto prima che l’obesità determini delle patologie invalidanti, tipologie che possono essere di natura metabolica, osteoarticolare o cardiovascolare. Forse anche noi psicologi dovremmo impegnarci maggiormente nel dimostrare scientificamente la validità di quello che facciamo sia dal punto di vista clinico per i pazienti che da quello economico per le strutture sanitarie».

L’obesità comporta anche difficoltà a sostenerne i costi. A villa Igea l’onere per i pazienti è sopportabile anche da chi non può contrare su un reddito alto?
«Il sistema sanitaria nazionale per quanto riguarda il percorso obesi copre solo il ricovero. Per la parte successiva di supporto noi, equipe del Centro per l’obesità di Villa Igea, abbiamo deciso di offrire ai pazienti un percorso di cura ad un prezzo che potremmo definire 'politico': quasi lo stesso prezzo di un ticket, proprio per favorire a tutti l’accesso a questo servizio all’interno di una sostenibilità economica. Lo sforzo è quello di renderlo sempre più accessibile, ma già adesso questa è la tendenza del Centro per la cura dell’obesità diretto dalla dottoressa Genovese». conclude il dottor Pastorini.

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Claudio Pavoni

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