Colori e luci per capire la psicologia dell’Alzheimer

Al via a Pistoia uno dei primi test scientifici al mondo per studiare gli effetti dell’ambiente sulla demenza. Uno speciale laboratorio con un DNA teatrale in cui collaborano geriatri, psicologi e architetti degli atenei di Firenze e Roma.


Pianeta Alzheimer: il primo laboratorio destinato a studiare scientificamente i diversi effetti dell’ambiente sulla demenza ha un DNA teatrale ed è stato appena installato, nel cuore di Pistoia, all’interno della Casa dell’Anziano di Monteoliveto, struttura della Curia gestita da un’omonima associazione civile, 25 i posti, 60 circa i pazienti assistiti.

In Italia e nel mondo è un terreno sostanzialmente inesplorato, deficit tanto più sorprendente quanto più l’incidenza dell’Alzheimer (già oltre 100 mila in Toscana) cresce ovunque con il progressivo invecchiamento della popolazione. Adesso un’equipe di geriatri, psicologi e architetti cercherà di stabilire le soluzioni spaziali e i parametri fisici di arredamento capaci di influire in positivo sulla demenza senile, contribuendo così alla definizione di linee guida scientificamente inattaccabili.

Il progetto è stato annunciato ieri dall’ideatore, il professor Giulio Masotti, presidente onorario della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia. Sarà presentato in dettaglio nei prossimi giorni a Pistoia (relatori i docenti di Tecnologie dell’Architettura all’Università di Firenze Romano Del Nord e Gianluca Darvo) nel corso del 4° Convegno Nazionale sui Centri Diurni Alzheimer (31 maggio – 1 giugno). Progetto e convegno sono promossi e totalmente finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia per volere del presidente Ivano Paci.

L’iniziativa nasce appunto all’Università di Firenze. Oltre ad Architettura collaborano le cattedre di Geriatria (dottor Enrico Mossello) e di Psicologia Generale (professoressa Maria Pia Viggiano). La realizzazione ha il supporto dell’Unità Ospedaliera di Geriatria di Pistoia e del centro di ricerca Tesis che, come noto, aggrega gli atenei di Firenze e Roma ‘La Sapienza’ nella ricerca sull’edilizia socio-sanitaria.

Che l’ambiente abbia una funzione terapeutica importante è ormai ampiamente dimostrato dalla sensibilità dei pazienti per le sollecitazioni percettivo – sensoriali. Il problema, ricorda Del Nord, è che nessuno ha mai certificato il grado oggettivo di efficacia delle soluzioni progettuali possibili, aspetti cromatici compresi. In materia esiste scarsa letteratura scientifica, mancano risposte univoche e ogni operatore, in sostanza, dice empiricamente la propria opinione. Il test di Pistoia rappresenta dunque uno spartiacque tra un passato di improvvisazioni e un futuro all’insegna del  metodo.

Il neuropsicologo David Simoni, che coordina lo studio al Centro di Monteoliveto, spiega che il laboratorio è composto da due ambienti identici e comunicanti (in tutto 30 mq), diversi solo nel colore delle pareti: bianco come controllo neutro, giallo e blu perché meglio riconosciuti e preferiti dal paziente demente. L’idea è che i pazienti scelgano dove collocarsi in base al colore. A questo punto si sostituiscono le pareti con altre di diverso colore per capire le reazioni positive o negative alla novità, quali colori riducono o meno l’ansia di fronte a un ambiente estraneo.

Tra i protagonisti spicca il Teatro Comunale di Firenze, fornitore di quinte e know how del laboratorio mutante. Della ditta Atir di Chiesina Uzzanese è invece lo speciale soffitto realizzato con telo Barrisol che permette un’illuminazione variabile e diffusa. Ora tutto è pronto: manca solo il via libera del Comitato etico della Asl pistoiese. Poi si andrà avanti fino al 2014.

http://www.catola.com

Leave a Reply