Cani e psicologia: attenzione se è mancino

Quando il tuo cane abbaia agli estranei e – contrariamente alla saggezza popolare – magari morde pure. Quando la museruola diventa una necessità ineludibile delle vostre passeggiate. Beh, innanzitutto in teoria potresti aver sbagliato qualcosa tu. Ma esiste anche la possibilità che dipenda dal suo carattere. O meglio, dalla zampa portante.

È il quotidiano britannico Telegraph – di dove sennò? dalla Regina in giù gli inglesi ci tengono a conoscere i propri pelosi – a riferire lo stato dell’arte. La teoria (il testo in inglese è downloadabile qui in pdf) è di provenienza australiana: l’Università di Adelaide. Dalla cui scuola di psicologia il dottor Luke Aaron Schneider argomenta che il cane mancino possa esser naturalmente inclinato all’aggressività.

Ora, ai meno esperti suonerà curioso sapere anche solo che esistano cani mancini. Ma come si fa a capire se un cane è destro, ambidestro o mancino? A quanto pare funziona così: si usa un giocattolo di forma cilindrica, contenente cibo. Data la sua forma, l’animale ha bisogno di una zampa per tenerlo fermo, mentre cerca di arrivare al cibo che contiene. Quando si è arrivati (almeno) a 50 tentativi, allora si è in grado di osservare una preferenza per l’una o l’altra zampa anteriore (esistono preferenze anche per quelle posteriori, ma lo studio ha scelto di non tenerne conto). Nei cani, a differenza degli esseri umani, la preferenza è meno netta. Ma comunque restano mancini, destri o ambidestri.

E stando a questa ricerca, condotta su 75 animali di razze diverse, più o meno “pure” (inclusi labrador, border collie, golden retriever e Shetland) – nessuno dei quali particolarmente noto quanto ad aggressività – i cani mancini è molto più facile che azzannino i proverbiali postini. Lo dice lo stesso Schneider al Telegraph: “I mancini hanno avuto un punteggio, quanto ad aggressività nei confronti degli sconosciuti, quasi doppio degli ambidestri, e comunque significativamente superiore anche a quello dei destri”.

La ricerca si fa un po’ lombrosiana quando l’accademico prosegue sostenendo che: “Anche nel mondo degli umani esistono ricerche che mostrano come [...] le emozioni negative siano collocate nell’emisfero destro”. “Ci sono tante, tante sovrapposizioni fra il cervello umano e quello animale”, conclude. Ma su questo – come ci insegna il “cattivo maestro” César Millan – proprio non c’erano dubbi.

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