Campagna di prevenzione stalking tra i banchi di scuola

21/26 novembre: Cagliari, Milano, Roma, Vibo Valentia, Catanzaro. Il lato oscuro delle relazioni:come si previene e combatte lo stalking e quali sono le strade ancora da percorre.
Sarà proiettato in prima assoluta il cartone animato. Rino e Mina: una storia di stalking a scuola

Quanti giovani sono vittime di stalking? Quanti ammettono di avere perseguitato una persona? Da un recente sondaggio (da gennaio a ottobre 2011) dell’Osservatorio Nazionale Stalking e Osservatorio sulla Violenza Psicologica condotto su un campione di 400 studenti provenienti da alcuni istituti superiori a livello nazionale di età media 16 anni è emerso che:
Il 65% circa, conosce il termine stalking.
Il 25% circa, denuncerebbe lo stalking
Il 45% circa, si rivolgerebbe a dei centri specializzati
Il 10% circa, è vittima di stalking a scuola (75% sesso femminile – 25% sesso maschile)
Il 3% circa, è vittima in altri contesti, essenzialmente in famiglia.
Il 15% circa, è vittima di violenza psicologica
Il 4% circa, è autore di stalking (70% circa sesso maschile – 30% circa femminile)

Sullo stalking abbiamo ormai alcune certezze. Una ricerca di tipo epidemiologico dell’ Osservatorio Nazionale sullo Stalking ha fatto emergere dati allarmanti: un italiano su cinque ne è vittima (il 20% della popolazione); gran parte delle vittime non segnala lo stalker, per sfiducia nelle autorità, paura di non essere tutelate nella fase successiva alla denuncia, volontà di aiutare il persecutore, che è spesso un ex-partner o un conoscente; la legge non prevede il patrocinio gratuito per tutte le vittime né un percorso psicologico di sostegno al persecutore, e uno stalker su tre continua a perseguitare la vittima dopo la denuncia, talvolta perfino dopo la condanna, spesso con un’intensità e ferocia maggiori che ne periodo precedente. Dal 2002 l’Osservatorio Nazionale Stalking aiuta le vittime con consulenze legali e psicologiche e dal 2007 è stato istituito il Centro Presunti Autori che si pone l’obiettivo di recuperare gli stalker con percorsi di psicoterapia mirati ad una presa di coscienza del problema e all’elaborazione di dolorosi vissuti personali non superati con un supporto specializzato coordinato da esperti. Tutto gratuito, naturalmente. I persecutori risocializzati, ad oggi, sono 120: il 40% ha raggiunto un completo contenimento degli atti persecutori, nel 25% dei casi si è verificata una significativa diminuzione dell’attività vessatoria, della recidiva e la prevenzione degli agiti più gravi. Questo ha permesso a tante vittime di uscire dall’incubo, laddove la legge e la coercizione non si sono rivelati sufficienti ad arginare una condotta che deriva da un disagio psicologico radicato nella personalità dello stalker, il quale presenta gravi difficoltà ad elaborare il rifiuto e l’abbandono.

LA BATTAGLIA PER MIGLIORARE IL 612-bis (ATTI PERSECUTORI)

Da anni l’Osservatorio Nazionale Stalking in collaborazione con il sindacato di polizia COISP sta portando avanti una campagna informativa a livello nazionale affinché questa legge venga integrata con uno strumento di prevenzione valido ed estremamente necessario: una presa in carico del presunto autore da parte di centri specializzati. L’esperienza ci insegna che senza agire sullo stalker non è possibile aiutare realmente chi subisce lo stalking. Tra la denuncia e l’eventuale condanna passa troppo tempo e la vittima viene lasciata sola dalle istituzioni che dovrebbero tutelarla. Gli efferati omicidi e la “giustizia fatta in casa” degli ultimi mesi confermano le nostre perplessità riguardo alla necessità di mettere mano nuovamente al 612bis.

LA SETTIMANA DEDICATA ALLA PREVENZIONE PARTE DALLE SCUOLE

Tra gli obiettivi del mese di novembre è prevista una campagna informativa riguardo alla complessa tematica dello stalking indirizzata ai giovanissimi: il tour nazionale si svolgerà dal 21 al 26 novembre farà tappa nelle città di Roma, Milano, Cagliari, Vibo Valentia e Catanzaro.
Una corretta informazione e l’offerta di un aiuto concreto per agire tempestivamente laddove sia presente il disagio, può efficacemente prevenire i comportamenti aggressivi e le inclinazioni psicologiche che potrebbero portare l’individuo adulto a mettere in atto comportamenti di stalking nei riguardi di altre persone. Siamo fermamente convinti che senza prevenzione e senza recupero, lo stalker “in erba”, così come lo stalker “manifesto” non potranno essere fermati (la recidiva e serialità dello stalking sono altissime), almeno non con la mera coercizione e non se si eviterà ancora, irresponsabilmente, di fare ricorso agli efficaci strumenti che la psicologia ci fornisce per lavorare sulle cause che hanno portato un soggetto a dipendere affetivamente dagli altri e a non avere la capacità di superare l’abbandono.

QUANTO SAPPIAMO REALMENTE DELLO STALKING?

Lo stalking è una condotta molesta essenzialmente psicologica, che non sfocia in tutti i casi nella violenza fisica o sessuale, tanto meno nell’omicidio. Inoltre lo stalking non va catalogato come violenza di genere: è fondamentale iniziare a parlare di persone, piuttosto che continuare a contrapporre i due generi, etichettando scontatamente l’uomo come persecutore e la donna come vittima; il 30% delle vittime di stalking sono uomini e talvolta vittima e persecutore sono persone dello stesso sesso. Non sempre, dunque, lo stalking è una degenerazione di un rapporto di “amore”, ma può derivare dalle complicanze di qualsiasi relazione interpersonale, che sia di lavoro, d’amicizia o di vicinato. Lo stalking è sempre la conseguenza di una sottile e poco ravvisabile manipolazione affettiva, attuata da quello che poi si rivelerà il persecutore ai danni della vittima.

LA STORIA DI MARTINA E GIULIO

Per comprendere meglio cosa possa accadere in una relazione “in crisi” che porta in sé il germe della tragedia, facciamo riferimento ad una storia vera, accolta dai volontari dell'Osservatorio Nazionale Stalking. Martina, giovane studentessa, conosce Giulio, un ragazzo che ben presto si rivela tanto dolce quanto premuroso nei suoi confronti: il fidanzatino dei sogni! Le premure mutano molto presto in oppressione quotidiana e il ripensamento di Martina sulle qualità di Giulio trasformano questa storia in una feroce persecuzione. Il tipico copione dello stalking; il persecutore è un abile manipolatore che esercita il suo maniacale controllo sulla vita della vittima: l'idillio dura finché quest'ultima non rivendica il proprio spazio vitale, “destandosi” dallo stato di persona manipolata e condotta ad un'esistenza subordinata ai desideri del manipolatore. La sensazione di perdere il controllo sulla vita di Martina è intollerabile per Giulio, e risveglia in lui insicurezze legate a una disarmante paura dell'abbandono. Da questo momento in poi Giulio non potrà fare a meno di perseguitare Martina, per cercare di riacquistare una vicinanza e un controllo sulla sua vita: purtroppo l'epilogo di queste vicende è spesso tragico e non è necessario arrivare all'omicidio per riconoscerne la drammaticità, in quanto le conseguenze psicologiche dello stalking risultano essere gravissime per chi lo subisce. Il rapporto vittima-manipolatore è spesso caratterizzato da una dipendenza reciproca, e le parole di Martina sono esemplificative: “Giulio era molto premuroso, si offriva di accompagnarmi ovunque... era una forma di attenzione di cui avevo bisogno e paura allo stesso tempo. Lui c’era sempre. E io non avevo il coraggio di dirgli di no”. Si susseguono separazioni e riavvicinamenti costanti, e la mancanza di Giulio fa sentire Martina “sbagliata”, amplificando il senso di colpa per averlo escluso dalla propria vita: “Sono tornata con lui perché quando ci rincontrammo mi disse che mi amava e che mai mi avrebbe fatto del male. Era quello che volevo sentire! Inoltre mi scrisse che stava molto male”. “Oggi vivo da reclusa, e se esco, lui è sempre al mio fianco. Sono isolata dagli amici”.
Dopo alcuni colloqui con i volontari dell'Osservatorio Nazionale Stalking, Martina ha rielaborato la sua storia e compreso come il rapporto patologico tra vittima e persecutore possa sfociare in atti di violenza inaudita, dalla persecuzione all'omicidio. Senza informazione e prevenzione è impossibile arginare e riconoscere il problema dello stalking.

IL NOSTRO MODELLO D’INTERVENTO PER “ACCOMPAGNARE” LA SEPARAZIONE

Il modello d'intervento che – alle prime avvisaglie di problemi nei rapporti interpersonali – applicano i volontari dell'AIPC è caratterizzato da un protocollo preventivo-riparativo, orientato a permettere alle parti la rielaborazione degli aspetti affettivo-relazionali del conflitto. La prospettiva è quella di “prendersi cura” del conflitto e di permettere alla vittima di riacquistare un elemento di controllo sulla propria vita, sulla sicurezza e sulle emozioni. I risultati sono incoraggianti e il protocollo funziona nel 70% dei casi, migliorando incredibilmente la vita delle persone incastrate nel vortice della violenza.
Senza il ricorso a strumenti preventivi della violenza, la giustizia rimarrà sempre un'amara ed inutile considerazione “postuma”, rievocata come un fantasma ogni volta che le drammatiche notizie degli omicidi passionali spiccano sui giornali, facendo prendere alle nostre domande la forma di un'invocazione: “questa tragedia si sarebbe potuta evitare?”.

21 nov. Cagliari Istituto Sandro Pertini,
22 nov. Milano Istituto Paolo Frisi
23 nov. Roma Comando Generale Polizia Roma Capitale
24 nov. V. Valentia Convitto Nazionale di Stato “G. Filangeri”
25 nov. V. Valentia Liceo V. Capialbi
25 nov. Catanzaro Sala Conferenze Camera di Commercio
26 nov. Catanzaro Liceo Pasquale Galluppi

numero nazionale: 0644246573. Mail info@stalking.it Siti: www.stalking.it

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