Calcio, il Prof. Santarpia scrive a "Napoli Magazine": "Perche’ Pirlo e …

Il Dr. Alfonso Santarpia, psicologo e professore di psicologia e psicopatologia dell'esperienza corporea dell'Université d' Aix-Marseille, spiega a "Napoli Magazine" le dinamiche psicologiche di Pirlo e Hart, nella sfida con l'Inghilterra:

Perché Andrea Pirlo è stato il Freud di questa Nazionale 

Dopo i 120 minuti di gioco, in buona parte delle competizioni internazionali, a risultato invariato, ci si trova di fronte  alla lotteria dei rigori. Lotteria infame, lotteria che evoca in noi tifosi italiani tante immagini di esultanza ma anche di sconfitta. Lotteria dove apparentemente sono poche le strategie sportivo-psicologiche messe in atto per dare il meglio di sé e gestire quel turbine di emozioni che invadono il rigorista ed il portiere, tanto da far pensare ad una vera psicologia del penalty. Hanno sbagliato tutti da quel dischetto, anche i sublimi Maradona, Baggio, Platini. È un fatto,  a seguito dei tempi regolamentari e supplementari, i muscoli e la concentrazione perdono d'intensità e le emozioni multiple s'impadroniscono della coordinazione e dell'attenzione, creando una vera forma di « stress da dischetto ». 
Eppure ieri, in Italia-Inghilterra, la tensione massima di questo momento sportivo era centuplicata dalle visibilissime smorfie, prima facciali poi posturali, di Hart, biondo portiere dell'Inghilterra.
Il risolino di Balotelli rispondeva alla strategia del portiere con efficacia, eppure una sensazione di « dominazione » si avvertiva nell'aria. Una sottile dominazione mentale composta da quelle smorfiacce che hanno influenzato (a mio avviso)  il rigore di Monteolivo e hanno infuso una sorta di sorda preoccupazione in tutti noi.  Poi arriva lui, il metronomo Andrea Pirlo, deciso, teso al punto giusto, che ribalta completamente la situazione psicologia, vestendo i panni di un fine psicologo, ecco perché citavo Freud, per antonomasia, a titolo di questo scritto. Pirlo accompagna con  piede felpato un cucchiaio di quelli storici. Gesto elegante sotto il profilo sportivo ma « geniale » sotto il profilo della psicologia delle emozioni. L'azzurro disinnescava quella « strategia destabilizzante » di Hart, e metteva una contro-pressione al giovanissimo portiere, infondendo una incredibile sensazione a noi tifosi ma anche ai giocatori, che ce l'avremmo potuto fare. Quell'Andrea umile campione di sport, emblema di una signorilità italiana, sembrava dicesse nel morbidezza fredda di quel  cucchiaio : « nessuno si permetta di mettere alla berlina la nostra squadra, siamo forti e vinceremo ».  Da quell'atto calcistico-psicologico di Pirlo in poi, Hart sarà sempre spiazzato, pur continuando a fare le smorfiacce, dando un'impressione di fragilità rispetto ai nostri rigoristi. E l'immagine finale di Balotelli e Hart, due grandi provocatori che si parlano,  sembra articolare il sottile rebus psicologico della provocazione, del successivo « disinnescamento » e della finale affermazione di una squadra gagliarda. Sottile rebus a cui, il nostro Pirlo, ha dato una soluzione decisiva da campione, da leader  ma soprattutto da fine psicologo di gruppo.

Pr Alfonso Santarpia
(psicologo e professore di psicologia e psicopatologia dell'esperienza corporea)
Université d' Aix-Marseille

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