Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e quindi essere sempre ottimisti, aiuta a vivere meglio?
Indubbiamente essere ottimisti aiuta ad affrontare le difficoltà che la vita ci pone davanti quotidianamente e ci permette di attivare tutte le risorse a nostra disposizione per risolvere un problema.
Tuttavia piccole dosi di pessimismo ci permettono di contenere la delusione di fronte alla consapevolezza che, l’obiettivo che ci si era prefissato, non potrà essere raggiunto.
La condizione ideale, dunque, sarebbe quella di essere flessibili e quindi né ottimisti a tutti i costi né completamente pessimisti.
La persona pessimista parte dal presupposto che nessuna sua decisione o azione potrà influenzare il futuro e tenderà quindi a sentirsi impotente di fronte a qualsiasi evento della vita.
Generalmente queste persone considerano le situazioni negative e/o traumatiche come permanenti e quindi come una costante nella loro vita e spesso se ne sentono anche responsabili. Nei confronti degli eventi positivi, invece, sentono di non rivestire un ruolo attivo e li considerano delle situazioni temporanee e circoscritte.
In altre parole, attribuiscono a se stessi gli eventi negativi e quindi gli insuccessi, mentre attribuiscono al caso o alla fortuna gli eventi positivi.
L’atteggiamento opposto adottano invece gli ottimisti che, pur riconoscendo i problemi, cercano di affrontarli in maniera costruttiva, senza autocolpevolizzarsi e autodisprezzarsi. Sicuramente la persona ottimista ha fiducia nelle proprie capacità e assume un ruolo attivo nella risoluzione dei problemi a differenza delle persone pessimiste che tendono a mettere in atto strategie di evitamento di fronte alle situazioni difficili, non avendo fiducia nelle proprie capacità.
Ricerche condotte nell’ambito della psicologia hanno dimostrato come questi due modi diversi di affrontare la vita possano condizionare il benessere psico-fisico, il successo nell’ambito lavorativo, le relazioni interpersonali.
Le persone ottimiste hanno maggiore successo sia in ambito lavorativo che in ambito relazionale, proprio perché hanno maggiore fiducia nelle proprie capacità e sono più determinate nel voler raggiungere gli obiettivi prefissati perché sono convinte di poter influire il corso degli eventi.
I pessimisti, invece, appaiono più rassegnati e meno consapevoli delle proprie capacità per cui non ripongono grandi speranze nel raggiungimento degli obiettivi. Queste persone tendono ad attribuire ogni fallimento alla propria persona e quindi all’assenza di abilità e di competenza. Questo atteggiamento determina una diminuzione dell’autostima e porta ad arrendersi più facilmente di fronte alle difficoltà. Il senso di impotenza, che sperimenta la persona pessimista, può determinare uno stato depressivo, caratterizzato dal sentimento di fallimento e dall’incapacità a reagire di fronte ai problemi.
La differenza con l’ottimista consiste nel fatto che il pessimista non si attribuisce valore e ha una scarsa stima di sé, tanto da non sentirsi in grado di gestire le avversità e i problemi quotidiani; l’ottimista dal canto suo, non parte dalla convinzione che le cose andranno sempre bene, ma pensa di essere in grado di affrontare le difficoltà ed è convinto che di fronte ad un problema ci sia sempre un rimedio.
Per rivolgere i propri quesiti alla dottoressa Francesca Leopardi è possibile inviare una email all’indirizzo francesca.leopardi@libero.it. Le risposte saranno pubblicate ogni giovedì sul Corriere del Giorno. La dott.ssa Francesca Leopardi, Psicologa, Psicoterapeuta, Esperta del settore, già docente di Psicologia generale e Psicologia dell’età evolutiva presso la Scuola Pugliese di Formazione alla Consulenza familiare, dal 2007 svolge l’attività di consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Taranto nei procedi

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