Baldini: Moggi appartiene al passato. Conte: L’importanza della …

News, 4 dicembre 2011.

Franco Baldini: Moggi l'ho confinato nel passato. Conte: Mi sono posto tre step: acquistare credibilità, mantenerla e ... Conte: Il mestiere di allenatore e le due Juve di Napoli. Ventuno i convocati di Conte. La 'Primavera' di Baroni ha battuto il Genoa. Moratti: Non c'è nessun gruppo russo interessato all'Inter. Mutu: Per colpa di Calciopoli dovetti lasciare Torino, con due scudetti.

Baldini: Moggi? L'ho confinato nel passato - Franco Baldini, neo dg della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al 'Corriere dello Sport', nella quale ha parlato a lungo della nuova Roma targata Di Benedetto; ma all'uomo del ribaltone, non poteva mancare una domanda su Calciopoli e in particolare su Moggi, di cui è stato uno dei principali accusatori storici (non solo nel processo di Napoli, ma anche nel processo Gea): “Non sono carogna abbastanza da esultare per una sentenza ai danni di nessuno, chiunque sia. Moggi l’ho confinato nel passato”. Un passato che tuttavia periodicamente ritorna, perché tra i due il serial a base di denunce reciproche (il 14 febbraio ci sarà l'udienza inerente la querela presentata da Moggi, definito da Baldini, nella deposizione nell'aula 216, 'uomo senza qualità') non accenna a finire. Baldini afferma poi di non aver inteso appieno il senso del tavolo della pace lanciato da Petrucci: “Non so bene. Se parliamo di pace vuol dire che c’è una guerra. Cos’è una guerra del Coni? Di che guerra parliamo? Dico che qualsiasi iniziativa che porti distensione nei rapporti è auspicabile. Non so se questa lo sia”. Infine smentisce l'esistenza dell'asse Roma-Napoli cui le ultime vicende, per esempio in Lega sulla questione dei diritti tv, hanno fatto seriamente pensare: “Non c’è nessun asse, ma solo fantasie di De Laurentiis che stiamo ascoltando”.

Conte: Juve under construction - "Io nel momento in cui sono diventato allenatore della Juventus mi sono posto degli step. Il primo step era quello di tornare ad essere competitivi. Che significa tornare ad essere competitivi? Tornare ad avere credibilità agli occhi dei nostri tifosi, tornare ad avere credibilità agli occhi degli avversari. Io penso che questo step lo abbiamo raggiunto e non era facile. Adesso c'è il secondo step e poi ce ne saranno altri. Il secondo step qual è? Mantenere la competitività. Cosa che negli anni passati non si è riusciti. Quest'anno invece dobbiamo essere bravi. Adesso abbiamo dimostrato di essere competitivi, adesso dobbiamo mantenere questa competitività. Come? Continuando a mantenere la giusta concentrazione, la giusta attenzione, la voglia, la giusta determinazione, questa grande organizzazione che abbiamo, questa crescita da parte di tutti quanti i calciatori e confermarci nei piani alti della classifica. Confermarci competitivi in tutto, nell'atteggiamento, e anche in una gara nella quale guardando la classifica si affrontano la prima e la penultima. Sembrerebbe tutto facile, invece io dico che vincendo col Cesena daremmo sicuramente grande valore alla vittoria con la Lazio ed al pareggio contro il Napoli; non vincendo col Cesena, ridimensioneremmo di tanto queste due trasferte insidiose che abbiamo affrontato. Noi però affrontiamo questo secondo step. Rimanere competitivi significa mantenere le zone alte della classifica e domani c'è un impegno importante contro una squadra che non ha nulla da perdere. Abbiamo noi da perdere tutto. Poi ci sarà un altro step. Però, come dico, quando si costruisce, anche l'ingegnere che prende un progetto, si pone degli step: io mi sono posto questi step. Il primo siamo riusciti a raggiungerlo anche in poco tempo, adesso il secondo step è quello di mantenere questa competitività, lasciando stare cosa dicono gli altri". Così Antonio Conte, in conferenza stampa, ha spiegato quale debba essere il cammino della Juve in questa stagione. E il terzo step? "Avervi svelato il primo e aver iniziato a parlare del secondo, io penso che basti e avanzi oggi". Ma... e i quattro diffidati? "Ma non mi interessa, non mi interessa niente. I tre punti di Cesena sono come i tre punti con la Roma. Cioè, è pensare un qualcosa che deve ancora venire e magari perdo qualcosa che devo conquistare domani. per noi la partita della vita è sempre la prossima, quella col Cesena, perché non è detto da nessuna parte che abbiamo tre punti in tasca... Il reparto difensivo è l'unica cosa che mi fa riflettere..." (sia Chiellini che Bonucci sono diffidati). Elogi per il Milan: "Quello che tra virgolette mi lascia esterrefatto, al di là che nelle ultime otto partite ne ha vinte sette e pareggiata una, è come le ha vinte. Tranne il primo tempo di Lecce, dove ha rimontato poi quattro gol nel secondo tempo, ha vinto passeggiando". Linkiamo un filmato prelevato dal forum Tifosibianconeri.com e realizzato con immagini Sky.
Video 1- Dalla conferenza stampa di Antonio Conte.

Antonio Conte: Tattica e testa - Per Antonio Conte quella dell'allenatore è una professione a 360°: non per niente si è laureato a pieni voti in Scienze motorie presso l'Università di Foggia presentando una tesi intitolata "La personalità dell'allenatore", perché "gestire una squadra di ragazzi richiede una personalità che sappia adattarsi a tutte le esigenze" e non conta solo l'aspetto propriamente atletico, ma ci vuole attenzione anche al versante psicologico, alimentare, ecc. Concetto che ha ribadito in conferenza stampa, volendo spiegare la differenza tra le due Juventus viste a Napoli rispettivamente nel primo e nel secondo tempo, senza che fossero avvenuti cambiamenti nella formazione iniziale: "Penso che nel calcio di oggi, ma sempre, siano importanti tanti aspetti, basti pensare che noi quando facciamo il corso a Coverciano, la psicologia viene messa tra le materie da studiare. Un allenatore al di là di essere preparato nel discorso tecnico, tattico e fisico, secondo me deve essere preparato anche sotto il profilo psicologico, deve essere preparato quindi sotto il profilo della gestione, perché non va sottovalutato questo aspetto, che diventa fondamentale in tutte le situazioni: sia nelle situazioni positive, quando c'è da dare qualche bastonata se c'è troppa euforia, sia nelle situazioni negative, quando bisogna capire perchè scaturiscono; se è per mancanza di volontà o di voglia, è un discorso, se per altre situazioni, è un altro. Come quella di Napoli, perché secondo me il primo tempo di Napoli non deve far pensare che non ci fosse voglia e determinazione. Sicuramente il Napoli, rispetto a noi, si stava giocando la partita della vita e noi eravamo un po' più soft rispetto a loro, ma è bastato parlare, dire due cose, aggiustarci anche con i movimenti, per sistemare le cose. Il calcio non è matematica, tante volte dice sul 2-0, 'hai sbagliato tutto, hai sbagliato modulo, hai sbagliato calciatore, hai sbagliato tutto, adesso ricambia tutto e ricambia i giocatori'. Magari ci sono dei momenti in cui l'allenatore si rende conto che ci sono delle cose sbagliate, ma a Napoli non c'era nulla di sbagliato, niente di tutto questo, e la dimostrazione è che io sono tornato in campo con la stessa formazione, con lo stesso modulo e le cose sono cambiate. Poi al di là del discorso fisico o non fisico, anche noi arrivavamo da una partita giocata sabato all'Olimpico e non certo contro l'ultima; anche noi venivamo da due giorni, tra virgolette,di recupero come il Napoli, quindi non è che il Napoli fosse avvantaggiato rispetto a noi da un punto di vista fisico perché aveva una partita in più. Saremmo stati più avvantaggiati se l'avessimo giocata prima del rinvio. Stavolta, a livello fisico, eravamo di pari grado".

Sono ventuno i convocati di Conte - Rimangono fuori Grosso, Iaquinta, Motta, Sorensen e Toni. Tutti gli altri giocatori della rosa convocati, eccezion fatta, ovviamente, per lo squalificato Pirlo. Questi dunque i ventun convocati di Antonio Conte: Buffon, Manninger, Storari, Chiellini, De Ceglie, Barzagli, Bonucci, Lichtsteiner, Pazienza, Pepe, Marchisio, Elia, Vidal, Giaccherini, Krasic, Estigarribia, Marrone, Del Piero, Vucinic, Quagliarella, Matri.

La 'Primavera' batte il Genoa - Bella vittoria della formazione Primavera di mister Baroni, che ha avuto ragione del Genoa per 3-1. Ha aperto le marcature Spinazzola al 32' su un bellissimo lancio lungo del difensore Magnusson; il raddoppio è arrivato nella ripresa, al 22', con De Silvestro (è per lui l'ottavo centro stagionale); due minuti dopo un attivissimo Padovan faceva il 3-0; al 26' il goal della bandiera dei rossoblù.

Moratti: niente russi, ma se ci fossero... - Moratti ai microfoni di Sky ha smentito recisamente, nel prepartita di Inter-Udinese, che ci possa essere qualche gruppo russo interessato all'Inter, né per una cessione, cui non pensa proprio ("No, no, grazie, assolutamente no"), né per una compartecipazione: "Non è vero niente. Rassicurante? Beh, rassicurante non so perché forse sarebbe una bella cosa se ci fosse un gruppo forte che potesse dare una mano ma, molto sinceramente, non c’è niente. Assolutamente niente". Arriveranno rinforzi a gennaio: "Eh, per quello sarebbe utile il gruppo russo. No, a parte tutto non è giusto parlarne ora per i giocatori, è giusto che dimostrino ciò che sanno fare".

Mutu: Non avrei mai lasciato la Juventus - Tra i giocatori del Cesena che affrontano oggi la Juve c'è una vecchia conoscenza dei tifosi bianconeri, quell'Adrian Mutu che arrivò alla Juve (via Livorno per un problema di numero di extracomunitari) nel corso della stagione 2004-2005, dopo essere stato licenziato il 29 ottobre 2004 dal Chelsea, dopo che era stato squalificato per sette mesi in quanto trovato positivo alla cocaina in un test interno deciso dal club. Poté debuttare in bianconero solo a fine squalifica, il 29 maggio 2005, contro il Cagliari. Si cucì sul petto quello scudetto e contribuì poi da par suo alla conquista del successivo, quello del 2006. Che fine poi abbiano fatto lo sappiamo bene. Lo sa anche Adrian che, alla Gazzetta, ha spiegato: "A Torino ho trascorso 18 mesi bellissimi, vincendo due scudetti. Il primo me lo hanno regalato i compagni, il secondo l'ho conquistato da protagonista. Poi lo scandalo del calcio ha cancellato quel titolo, ma sul campo ce lo siamo sudato e meritato senza sconti e regali da parte di nessuno". Quel che accadde ha segnato profondamente anche la carriera di Mutu, che rientrò nello stock da svendere: "Tutti conoscono gli sviluppi dello scandalo. I migliori giocatori vennero ceduti. La società decise di mandarmi alla Fiorentina, io invece sarei rimasto anche in Serie B perché la Juve è sempre la Juve e andando alla Viola non è che feci la mia fortuna".



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