Attacchi nazisti a docente dell’università di Ferrara

Uno scrrenshot pescato sul sito Stormfront

“Un’ebrea ossessionata da se stessa e dalle fantasie di sangue del suo popolo”. È solo una delle atroci definizioni affibbiate a una docente dell’università di Ferrara, “rea” di portare un cognome che ne identifica immediatamente la discendenza (il padre fu deportato ad Auschwitz). Marcella Ravenna, 61 anni, è professore ordinario di Psicologia sociale presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo estense. Nella sua carriera ha scritto libri che analizzano dal punto di vista culturale e antropologico proprio l’odio razziale e le sue mille sfaccettature, come “Carnefici e vittime. Le radici psicologiche della Shoah e delle atrocità sociali” e “Odiare”, in cui approfondisce i processi sociali e psicologici che generano e alimentano l’odio ed i diversi modi in cui si esprime nella vita sociale.

Uno di questi modi, evidentemente, è proprio il web. Dal sito di ispirazione nazista Stormfront, piattaforma italiana del già noto portale statunitense (diventato oggetto del documentario americano dal titolo più che eloquente: Hate.com) arrivano gli allucinanti attacchi alla professoressa (post che risalgono a fine settembre e già denunciati su internet da Indimedia).

“Un cognome… una garanzia” esordisce tale “biomirko”, il cui avatar richiama il gruppo “Terza posizione”, organizzazione neofascista italiana attiva alla fine degli Anni ’70. Per poi continuare con “ebrea, psicologa… autrice di libri sulla Shoah, sui nazi-demoni e sulle implicazioni psicologiche dell’antisemitismo e del razzismo… insomma… un’ebrea ossessionata da se stessa e dalle fantasie di sangue del suo popolo”. E per chi non ne avesse abbastanza si posta un link: “info sulla giudea Ravenna”.

Tutto questo in rete. Pubblico. Accessibile a chiunque. Stormfront (che come logo ha una croce celtica circondata dalla scritta “white pride world wide”, orgoglio bianco in tutto il mondo), tra l’altro, era già finito agli onori della cronaca nazionale per aver pubblicato una blacklist di ebrei italiani appartenenti al mondo della cultura, della politica, dell’informazione e attivisti dei diritti umani. Per quel fatto a fine dicembre 2011 la procura di Roma aveva anche aperto un’inchiesta per le ipotesi di diffamazione e incitazione all’odio razziale.

Intanto Stormfront pubblica. E anche wikipedia non può che prenderne atto: “Stormfront – si legge sull’enciclopedia telematica più famosa al mondo – è un forum di discussione su internet, caratterizzato dal fatto di dare espressione a posizioni di nazionalismo bianco, supremazia bianca, antisemitismo e neonazismo indicato anche come il più grande sito d’odio presente in internet”.

Raggiunta al telefono, Marcella Ravenna non ha nascosto la sua amarezza: “a causa del mio impegno contro l’antisemitismo ho ricevuto attacchi di questo genere, ma ora vorrei evitare di parlarne e non mi sento di rilasciare altre dichiarazioni”.

Di commenti in effetti è difficile abbozzarne. Forse sarebbero anche superflui dopo aver letto le regole del forum di stormfront.org: “È vietato fare elogio dei rapporti misti, del popolo ebraico e della religione islamica, offendere la religione cristiana e i culti pagani, è vietata qualsiasi forma di nordicismo o meridionalismo”.

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