Alcune riflessioni sulla psicoanalisi

Freud parlando del suo metodo lo definiva inizialmente ‘analisi’ ma solo in seguito introduce il termine ‘psicoanalisi’.  Freud sostiene fondamentalmente che il lavoro che si fa con la psicoanalisi è quello di portare in luce tutto ciò che il paziente ha rimosso e che ‘analisi’ vuol dire scomporre  tutto ciò che il paziente ha composto sotto forma di manifestazioni psicopatologiche.

In merito all’inconscio,  vorrei precisare che, contrariamente a quanto si possa pensare, non è stato scoperto da Freud ma era già noto anche ai tempi di  Socrate. Il merito di Freud è stato quello di pensare all’inconscio in modo più creativo. Da questo modo, nasce la psicoanalisi e l’inconscio diviene fondamentale per comprendere come funzioniamo.

Freud ha suddiviso l’apparato psichico tra coscienza (di cui esiste la piena consapevolezza) e inconscio (dove c’è assenza di consapevolezza). Tutte le volte che facciamo o diciamo cose che ci sembrano assurde, agiamo sotto l’influenza dell’inconscio. Scoprirne le cause permette di comprendere ciò che a prima vista sembrava assurdo. Lo psicoanalista aiuta in questa esplorazione.

Tuttavia l’inconscio non è una peculiarità del solo ammalato. Anche la persona sana lo possiede. I sogni ne sono una evidente rappresentazione, insieme ai lapsus, alle dimenticanze, o alle gaffes (dire una cosa al posto di un’altra, ad esempio).  Quando, ad esempio, ci dimentichiamo di una cosa per ricordarcene quando oramai è troppo tardi … ecco questa è una splendida rappresentazione di come l’inconscio agisce su di noi.

Cos’è la psicoanalisi  

Freud ha dato una definizione in alcuni suoi scritti. Fondamentalmente la psicoanalisi è:

1 – un modo per indagare sui processi psichici senza il quale l’accesso sarebbe impossibile;

2 – un modello terapeutico per guarire dalle nevrosi;

3 – una serie di conoscenze che hanno generato una disciplina.

Quindi la P è una disciplina ma anche una terapia, ovvero una psicoterapia del profondo atta a conoscere meglio se stessi ma utile anche a diminuire il disagio del vivere che porta spesso a psicopatologie anche gravi.

Quante psicoanalisi

Freud ha ‘inventato’ la psicoanalisi ma poi i suoi discepoli  hanno a loro volta ‘declinato’ in modo diverso, spesso in contrasto (e quindi senza l’approvazione) di Freud.

Quindi, abbiamo sicuramente la psicoanalisi classica che si rifà fedelmente agli insegnamenti freudiani orientato sulle pulsioni; una psicoanalisi  che si focalizza sulle dinamiche delle relazioni; la psicologia analitica di C.G.Jung centrato sui tipi psicologici (introverso – estroverso), sul significato e l’importanza degli archetipi, il rilievo dell’inconscio collettivo.

Uso del lettino

In linea di principio solo i freudiani lo usano anzi, ritengono che sia fondamentale per il setting perchè, tra l’altro, “favorisce la regressione. In questo caso l’analizzando si sdraia sul lettino ed il terapeuta è seduto dietro di lui. Negli altri due casi invece viene adottato un colloquio detto; vis-a-vis. Due sedie separate da una scrivania, oppure un tavolino oppure semplicemente seduti su due divanetti speculari

Che differenza tra lo psicoanalista e lo psicoterapeuta

La psicoanalisi è una specializzazione dello psicoterapeuta. Per specializzarsi a questo tipo di psicoterapia è necessario avere una laurea in psicologia oppure in medicina e poi accedere alla scuola di specializzazione che potrà essere: Freudiana, Junghiana, etc.

Psicoterapia dinamica

Questo tipo di psicoterapia include le terapie che si basano sulla psicoanalisi  usandone solo alcuni dei tecnicismi  tipici della psicoanalisi.  Per psicoterapie dinamiche si intendono quindi tutte quelle terapie diverse dalla psicoanalisi ma comunque analitiche  ma anche diverse  dalle psicoterapie cognitive.

Frequenza delle sedute

Diversamente dalle terapie cognitive, nella psicoanalisi la frequenza è più stretta. Minimo 1 volta max 5 volte (ma è una frequenza rarissima). La profondità dell’analisi la si misura con la frequenza delle sedute.

Quando e perché fare una psicoanalisi

Dipende. Le motivazioni oltre ad essere personali possono anche differire da caso a caso. La si può intraprendere per risolvere specifiche psicopatologie (attacchi di panico, ossessioni, insicurezza, depressione, ect)  oppure per conoscersi meglio ed ottenere così un maggiore equilibrio interiore. In funzione delle motivazioni, l’analista proporrà la frequenza che ha maggiori probabilità di risolvere la problematica nel minor tempo possibile.

Durata

Tipica domanda posta già dalla prima seduta (a volte anche durante il primo contatto telefonico). La risposta è: dipende. Dipende dalle differenze individuali. Alcuni soggetti hanno tempi interni diversi da altri. La psicoanalisi produce cambiamenti definitivi e quindi richiede molto più tempo di altre terapie. Si lavora sull’inconscio, quindi su contenuti non noti e che tendono a restare tali grazie alla forza della rimozione. Pensando ad una psicoanalisi dobbiamo pensare ad anni e non a mesi poiché i contenuti inconsci hanno bisogno di tempi lunghi per uscir fuori, essere compresi, assimilati, etc. prima di poter quindi cambiare le emozioni ad essi correlati.

Formazione del terapeuta

Tutti gli psicoanalisti (Freudiani, Junghiani, Relazionali, etc) si sono sottoposti ad una analisi personale. Lo scopo è quello di avere una buona conoscenza di se e una buona gestione dei propri conflitti.

La decisione di sottoporre ogni analista ad una analisi personale è stata evidenziata da Jung (e Freud ha approvato) dopo la famosa storia che i due psicoanalisti hanno avuto con Sabina Spilrein.

Costi

In questo caso il ‘dipende’ è legato al terapeuta. Questi decide il proprio onorario sulla base dei propri parametri personali (esperienza, competenze, etc) e comunque non può non rispettare il  HYPERLINK "http://www.ordinepsicologilazio.it/binary/ordine_psicologi/normative/Nomenclatore.1338999390.pdf" tariffario dell’Ordine di appartenenza.  La tariffa da rispettare è quella che si riferisce alla psicoterapia individuale è va da 40 euro a 140 euro.

L’art 3  del tariffario dell’Ordine recita:

Art. 3

Per la determinazione dell’onorario fra il massimoe il minimo stabilito, si può avere riguardo a:

a) la complessitàdella prestazione richiesta;

b) l’appartenenza del cliente a categorie a beneficio delle quali sono statestipulate convenzioni;

c) l’urgenza della prestazione;

d) la situazione socio – economica del cliente.

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