A Padova 803 bresciani: boom a Psicologia

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Mentre un nuovo anno accademico albeggia, prendono forma definitiva i dati ufficiali degli studenti bresciani iscritti lo scorso anno all’Università degli studi di Padova.

L’ateneo veneto, secondo solo a Bologna e Modena per antichità di fondazione, fa risalire al 1222 la prima registrazione di una regolare organizzazione universitaria, avvenuta sotto l’egida della signoria Carrara. Oggi, secondo la classifica stilata dal Censis, il centro di studi patavino guadagna una seconda posizione tra gli atenei «mega» della penisola, battuto per una manciata di punti dall’«Alma mater» bolognese, che ha ottenuto l’eccellenza per le spese inerenti alle borse di studio. Con una media finale di 87,9 punti contro i 93,7 del primato bolognese, l’università padovana è stata però ritenuta leader indiscussa nell’area farmaceutica, guadagnando ben due posizioni rispetto al 2012. Non stupisce quindi che il numero di studenti bresciani ad aver scelto Padova come centro per proseguire la propria formazione sia cospicuo: 803 in tutto, 182 dei quali risultano essere residenti nel comune di Brescia a fronte dei 621 provenienti dalla provincia.

Questi i dati relativi alle otto scuole di ateneo (distinte dai corsi post - lauream quali scuole di specializzazione, dottorati, corsi di perfezionamento e master) facenti parte di Palazzo Bo, sostanzialmente corrispondenti a quelle che prima della Legge Gelmini erano le omonime facoltà ora afferenti ad altrettanti dipartimenti. Il record di presenze è detenuto dalle donne, 494 contro i 309 colleghi maschi. A vincere su tutte è la scuola di ateneo facente capo a Psicologia, con 242 iscritti bresciani. Nulla di cui stupirsi, essendo il corso di Scienze psicologiche padovano piuttosto rinomato, con un terzo posto nella già menzionata classifica del Censis relativa all’ambito psicologico. Dei 242 laureandi in psicologia, le donne sono più del doppio degli uomini, con 173 presenze a fronte delle 69 maschili. Il dato curioso spunta dai numeri provenienti dal dipartimento di Scienze umane, sociali e del patrimonio culturale dove le matricole azzurre si concentrano in percentuale maggiore rispetto agli altri corsi di laurea, contravvenendo alla convinzione che vuole il sesso maschile impegnato per antonomasia negli studi di carattere tecnico-scientifico.

Ottantadue in tutto i maschi che hanno prediletto le materie di carattere umanistico, solo 7 (a pari merito con le colleghe femmine) coloro che hanno scelto gli studi giuridici e 10 quelli di medicina e chirurgia (a fronte delle 37 donne). La seconda preferenza bresciana per quantità di iscritti è la poc’anzi citata scuola di ateneo in Scienze umane, che conta in tutto 223 iscritti di cui 141 rosa. Il terzo posizionato dipartimento di Scienze annovera 52 iscritti maschi, dieci in più delle femmine. Le 78 unità bresciane che frequentano i sei corsi di Economia e Scienze politiche fanno guadagnare al dipartimento un quarto posto, caratterizzato dalla presenza di 45 donne e 33 uomini.

Quinta classificata la scuola di ateneo di Agraria e Medicina Veterinaria con 39 femmine e 31 maschi, seguita da quella di medicina e chirurgia che annovera 47 iscritti. 35 i futuri ingegneri bresciani (25 maschi, 10 femmine), mentre sono 14 gli studenti che hanno scelto Padova per proseguire con gli studi di Giurisprudenza. Per quanto riguarda invece i corsi post lauream, dei 42 iscritti 27 sono donne e 15 uomini, 18 sul numero totale hanno scelto un corso di dottorato, 8 uno di perfezionamento, 6 una scuola di specializzazione, 5 un master universitario di primo livello e altrettanti uno di secondo.

Barbara Fenotti

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