50 sfumature di salute

La «S» di Salute non è necessariamente quella di «Superman».

Ho deciso: sposo incondizionatamente la proposta del medico e psicologo Mario Bertini (nel suo libro Psicologia della salute, Raffaello Cortina Editore). Che dice: cominciamo a usare nel linguaggio comune il plurale della parola «salute». In effetti, non esiste. Come se la realtà della Salute fosse unica. Mitica. Un Eden. Una sorta di Walhalla, il paradiso degli eroi. Il Nirvana, sintesi di perfetta pace e serenità. Il “tessoroâ€� del Gollum… E invece, proprio come la Malattia, che si articola in tante situazioni misurabili (le malattie, per l’appunto), anche la Salute si sfiocca in mille condizioni di benessere.

Lo “starbene� è il risultato di un’alchimia di percezioni positive, di una variegata gamma di sensazioni “buone�, non la semplice assenza di malattia. Perché chi soffre di pressione alta o di diabete e si cura con tutti i crismi, direste che non stia bene?

Se si cominciasse una buona volta a usare il plurale della parola «salute» (salutìe, propone Mario Bertini), chissà, forse potremmo iniziare a sgretolare questa cupa “cultura della Patologia�. Che tracima e ammorba discorsi e abitudini. Tipo: “Come stai?�, “Bene�, “Ah, meno male!�. Ma perché “Meno male�? Come se il Male/la Malattia fosse la normalità, e tutto ciò che ci regala benessere “sottraesse� qualcosina al malessere di base. “Meno quantità di male�, insomma. E quando ci si reca dal medico di famiglia a chiedere un esamino del sangue così, giusto per un innocente check-up? Il nostro curante deve inventarsi sull’impegnativa… una scusa “malata�. Per esempio: «Sospetta ipertensione». Ma scrivere «Controlli in stato di salute», no, eh?

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