Violenza: la prevenzione parte dai modelli positivi

Con la consulenza del professor Rosario Sorrentino, neurologo.

 

Omicidi efferati in famiglia, atrocità verso prostitute ed emarginati, impeti di violenza contro sconosciuti che malauguratamente si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Se si guarda un qualunque TG, non si può rimanere attoniti di fronte a tanta violenza, spesso gratuita, improvvisa e ingiustificata. E sembra quasi che questi fatti di cronaca nera si moltiplichino e diventino sempre più cruenti, lasciando l’opinione pubblica sgomenta e suscitando paura nella gente, perché nessun luogo sembra essere immune a questi episodi, che accadono nelle grandi città come nei piccoli centri di provincia. Più i casi sono atroci, maggiore è la risonanza che riscuotono, uscendo dalle pagine di cronaca nera per guadagnare spazio all’interno di speciali, dossier, talk show. Da qui prendono il via le più svariate ipotesi sulle cause di tanta crudeltà e soprattutto si discute di come sia possibile che persone normali e perfettamente inserite nella società possano in poche ore stravolgere le vite di tanti innocenti.

Per fare un po’ chiarezza sul tema, abbiamo girato le domande a un esperto: il professor Rosario Sorrentino, neurologo.

 

Le domande che tutti ci poniamo

Il primo dubbio che assale i più razionali è sicuramente quello che in realtà si tratti di persone già disturbate. Spesso si scopre che si tratta di soggetti che vivono un disagio mentale non diagnosticato o trascurato che, non essendo stato curato, finisce con l’esplodere per un qualsiasi futile motivo. 
 

Come accettare che qualcuno sano di mente possa compiere tali gesti? 

“È innegabile che oggi vi sia un disagio esistenziale, una situazione che riflette pericolosamente la crisi economica e quella dei valori. Emerge un senso di precarietà che fa prevalere l’idea in alcune persone di non aver ormai più nulla da perdere, in quanto viene meno quel valore assoluto: la dignità. In tale atmosfera si acuiscono il senso di rabbia, paura, invidia e solitudine che possono contribuire non poco a generare quote di stress estremo che, nei soggetti predisposti, può contribuire a generare gesti violenti. Esistono molti fattori che possono alterare la capacità di discernimento, far perdere di vista ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, che riducono i freni inibitori che possono agire sulla psiche di persone predisposte alla violenza, ma anche di tante altre che perdono solo momentaneamente la ragione. 

Quali possono essere le cause dei tanti delitti?

“Mai come oggi esiste un’eccessiva e ossessiva copertura mediatica di alcuni eventi, molto spesso voluta. Alcuni mass media mirano alla spettacolarizzazione e al sensazionalismo, consapevoli (secondo loro) che la cattiva notizia fa notizia, mentre una buona no”. Così nascono vere e proprie storie a episodi che si arricchiscono ogni giorno, se non ogni ora, di particolari e dettagli scabrosi e a volte irrilevanti ai fini dell’informazione, ma sufficienti a sollecitare il gusto macabro e la curiosità di chi legge. 

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