Viagra, donne e bugie

La Pfizer, la casa farmaceutica del Viagra, ha messo le donne al centro della sua ultima campagna pubblicitaria.

Gli spot, della durata di un minuto, lanciati sul mercato americano giorni addietro e giunti in Italia in questi giorni, hanno un arduo obiettivo, cioè quello di recuperare le perdite che hanno interessato il prodotto da quando ha perso l’esclusiva sul mercato, da quando è in commercio il generico dello stesso farmaco e, soprattutto, da quando la concorrenza si è fatta spietata.
Solo lo scorso anno in Europa, il Viagra ha perso l’8% di acquirenti a vantaggio di altri prodotti generici e negli Stati Uniti, la competizione con il Levitra (verdenafil), il Cialis (tadalafil) e quella con il nuovissimo Stendra (avanafil)- che promette notti d'amore senza ansie ed intoppi sotto le lenzuola- ha abbassato le vendite.

La nuova strategia di vendita del Viagra, segna un momento importante grazie allo spostamento del focus dello spot.

La casa farmaceutica sceglie le donne, inviando un messaggio a più livelli:

1- Le donne, di tutte le età, desiderano vivere una sessualità appagante .

2- Non è affatto vero che le donne hanno paura o vergogna a parlare di sesso.

3- Le donne sono stanche di interpretare un possibile ruolo da "crocerossine del sesso", costrette ad offrire sostegno psicologico al loro partner ferito nell'orgoglio ed a glissare sull’argomento, tra imbarazzo e cattivi pensieri.

Fonte: http://www.wired.it/scienza/medicina/2014/10/02/sesso-viagra-pfizer-milf-impotenza/

Vorrei partire da questa news e da questo spot pubblicitario per analizzare il vissuto delle donne in correlazione alla farmacoterapia dei loro partners.

Un po’ di storia
La famosa o meglio famigerata "pillola blu", ha sdoganato la silente e sommessa problematica del deficit erettivo, offrendo una valida possibilità di cura- e di conseguenza di diagnosi precoce- di questa invalidante problematica sessuologica.

Anticamente le cure per il deficit erettivo erano soltanto chirurgiche o iniettive, quindi invasive, sgradevoli e spesso non mistificabili per le ignare compagne, creando nel paziente imbarazzo e disguidi orizzontali.
Il viagra è stato il capostipite delle pillole pro-erettive, simpaticamente dette "pillole dell'amore".
In ordine cronologico, hanno poi fatto capolinea sul mercato farmaceutico, il levitra ed il cialis, chiamato la "pillola del week and", proprio per la sua capacità di garantire una “tempistica amatoria prolungata” e non somministrazione-correlata, per lunghi fine settimana d'amore e di passione.
Nel tempo, il viagra è entrato prepotentemente a far parte dell'immaginario e del lessico collettivo, diventando sinonimo di afrodisiaco, di una sessualità potente e possente e soprattutto scevra da ansie.
La pillola blu è strettamente correlata al concetto di potenza sessuale, al concetto di prestazioni durature e vigorose ed è stato quasi confuso con la pillola del buon umore, del coraggio e delle arti amatorie.
La molecola sembra avere trasformato i timidi in spavaldi, gli impacciati in coraggiosi e gli insicuri in audaci amanti.
Viene spesso assunta - da giovani e meno giovani- quasi con "modalità preventive", come se avesse un significato di tutela, di coperta di Linus e di ansiolitico, trasformando l'intimità in una vera e propria “prestazione sessuale”.

Il web poi, ha sostituito i clinici e le auto-medicazioni ed auto-prescrizioni, sono diventate dalla facile attuabilità.

Un po’ di clinica

La realtà clinica è però ben altra: le pillole pro-erettive sono utili, spesso indispensabili, ma è altrettanto indispensabile una diagnosi clinica effettuata da un medico competente ed adeguatamente formato, che si assumerà poi la responsabilità del percorso di cura e perché no, di svezzamento farmacologico postumo.
Le auto-prescrizioni- soprattutto nei casi di deficit erettivo ad etiologia psicogena- apparentemente leniscono l'ansia e l'ansia da prestazione, ma in realtà la rinforzano, sminuendo il poliedrico concetto di cura, contribuendo alla negazione della sintomatologia erettiva e glissando del tutto sulla ricerca- e soprattutto cura- delle cause.
La farmaco terapia solitamente viene prescritta dal medico di riferimento (preferibilmente uro-andrologo), spiegata alla coppia -nei casi più fortunati- mediante un counselling psico/sessuologico ed affiancata da un percorso di terapia psico/sessuale.

Oggi in clinica si suggerisce un “approccio integrato”, proprio per la complessità somato-psichica e relazionale delle problematiche sessuologiche.

Vediamo cosa accade quando il paziente- o perché assume il farmaco in autogestione o perché ha pudore nel condividere con la sua donna la farmaco terapia- viene scoperto dalla partner.

Cosa prova la donna?

Infinite domande ed infiniti dubbi affolleranno la mente ed il cuore della partner:

  • "Sarà colpa mia"?
  • "Non sarò sufficientemente brava sotto le lenzuola"?
  • "Le assumerà con me, con l'altra, con entrambe"?
  • " Non sono sufficientemente bella o desiderabile"?
  • “ E se con un’altra donna la problematica non si presentasse?”
  • “ E se non mi amasse/desiderasse abbastanza?” e così via.

Il delirio di gelosia successivo alla scoperta delle pillole pro-erettive si intersecherà ad infiniti dubbi personali e relazionali e la coppia, da candidata a notti d'amore, sarà presto catapultata in una condizione di vero inferno per la loro autostima e la loro pregressa empatia.
Nella mia pratica clinica quotidiana, invito sempre i pazienti uomini a condividere con le loro partners le loro ansie, le loro diagnosi ed i loro percorsi di cura.
La capacità erettiva per una donna e di fondamentale importanza, così come la risposta orgasmica per l'uomo; rendere la donna partecipe di cosa accade è la strategia migliore per mantenere unita la coppia e per far si che la partner sia collaborativa e non collerica.
L'orgasmo femminile è stato da sempre mistificato e recitato, ma quando due corpi si uniscono unitamente alle loro anime, la finzione non è tollerabile e soprattutto auspicabile; lo stesso dicasi per la disfunzionalità erettiva e le sue possibili soluzioni.

Conclusioni
Le menzogne dovrebbero sempre lasciare spazio alla condivisione ed all’empatia per coppie sane e soprattutto longeve.

 

Aggiungo le seguenti letture ed un canale salute “tutto sul d.e”


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