Una visione del rapporto uomo-donna

di Paola Poeta

All’interno della società civile la questione dell’essere femminile e dell’essere maschile può incontrare diverse posizioni, che propongono differenti visioni e concetti del ruolo e delle funzioni, adattandosi o meno al cambiamento delle abitudini e dei costumi. Non c’è e non ci può essere una visione generale e immodificabile della donna e neppure degli uomini.

Ognuno è un essere umano prima di essere un uomo o una donna. E ognuno, come donna o come uomo, ha dei ruoli, delle funzioni da adempiere, personali, all’interno della vita familiare, sociale, lavorativa. Da questa angolatura si sviluppano le differenze, che sono di funzione e non di valore.

Non ci sono ruoli migliori o peggiori, entrambi sono necessari e di uguale importanza. Nessun ruolo definisce compiutamente un essere umano. Ognuno può accettare o no i ruoli tradizionali, perché si possono scegliere altre vocazioni e funzioni.

L’ambiente riflette le differenze tra uomini e donne, portando a disparità lavorative o sociali, frutto di una slealtà che conduce alla cristallizzazione in stereotipi e pregiudizi. Le società occidentali complesse, ma anche quelle in via di sviluppo, sono dominate dal pensiero e dai modi degli uomini, che portano la posizione della donna a sottostare a un condizionamento o addirittura a un’oppressione che talvolta ancora non riconosce.

È importante rendersi conto che le differenze esistono ma sono all’interno della psiche, nelle profondità e nell’inconscio collettivo dell’umanità. In esso ritroviamo gli archetipi più potenti, come i principi universali del maschile e del femminile. Entrambi esistono in sé, presenti in forme uniche in ogni essere umano maschile e in ogni essere umano femminile. Riconoscerli nella coscienza e distinguerli nelle loro manifestazioni può contribuire a una visione più elevata e attuale del problema uomo-donna.

In ogni individuo esiste una componente psicologica maschile e una componente psicologica femminile, indipendenti dal sesso biologico. Più facilmente troviamo all’interno di ogni sesso fisico una prevalenza di armonizzazione col principio femminile o maschile corrispondente. Solo accettando la contemporaneità del principio maschile e femminile, armonizzandoli all’interno della psiche, si può superare il condizionamento dei ruoli e aprirsi alle potenzialità latenti, a beneficio del singolo e della collettività.

La società attuale necessita che ogni individuo esprima gli aspetti più elevati di ogni principio. Principi come bellezza, verità, giustizia, amore altruistico, senso della vita, sono principi universali, energie femminili che non necessariamente devono essere espresse dalle donne, anche se in prevalenza da esse. È fondamentale, quando una funzione è carente, svilupparla o potenziarla, per creare una condizione di equilibrio e armonia.

Il concetto dell’uguaglianza di valore tuttavia non è assoluto poiché è necessario anche il riconoscimento della differenza delle funzioni. Se ci riferiamo per esempio all’educazione, l’ambiente dovrebbe poter esprimere funzioni (e ruoli) materne e paterne. In questo ambito la figura paterna ha perso il punto di forza, accade talvolta che i ruoli maschile e femminile si confondono.

Stiamo attraversando un periodo di crisi e di cambiamento profondo. Il ruolo femminile sembra che stia evolvendo più rapidamente di quello maschile. Si sono susseguite civiltà matriarcali e patriarcali, e culture nelle quali hanno prevalso a volte l’uno altre volte l’altro elemento. Ora si sta tracciando la strada per una nuova civiltà in cui poter manifestare le più alte e migliori qualità del principio maschile e del principio femminile, che saranno incarnate da donne e uomini reali.

L’evoluzione umana può creare lo sviluppo di un modello planetario di convivenza proficua e pacifica, traendo il meglio da ogni uomo e da ogni donna.

Leave a Reply