Un piccolo studio pilota mostra che alcune aree cerebrali risultano …

La psicoanalisi lascia un'impronta nel cervelloFoto Olycom

La psicoanalisi come un farmaco. Consacrata dalla famosa “prova biologica” di cui la si accusava di mancare. Per molti, dunque, soltanto una “presunta” terapia fondata sulla fede pi che su fatti verificabili. Adesso la grande svolta.

Per il momento si tratta di uno studio pilota, appena 16 pazienti coinvolti, ma con risultati netti.  I 16 pionieri, sofferenti per disturbi dell’umore o d’ansia, si sono sottoposti alla “fotografia” cerebrale che si pu ottenere con la Tomografia a emissione di positroni (Pet). Una “foto” prima e una dopo la cura. Ovvero dopo un adeguato numero di sedute di “
psicologia dinamica”. Ebbene una certa, precisa zona del cervello risultata cambiata. Il fatto eccezionale che
la parola si fa segnale neurochimico, il miglioramento emotivo (quando c’) si “scrive” nei neuroni. Un salto prodigioso che riscalder di speranza molti malati psichici.

La ricerca stata fatta al Massachusetts General Hospital e avrebbe dato anche questa indicazione: dal controllo delle attivit neuronali sar possibile predire quale paziente trarr vantaggio da quella data psicoterapia e chi, invece, pu anche piantarla l con le infinite e costose sedute, sul lettino o faccia a faccia che siano.

Ma a parlare di psicoterapia si finisce in un bosco di scuole, presunte scuole, indirizzi e padri fondatori (anche madri, contando Melanie Klein…). Nonch di falsari. Come regolarsi? Per psicoterapia in questo esperimento americano che cosa si inteso?

Il professor Massimo Biondi, che alla Sapienza di Roma docente sia di psichiatria sia di psicologia, illustra:
Lo studio riguarda la “psicologia dinamica”, che ha come capisaldi il concetto di inconscio, di conflitto, di blocco. Di base fa riferimento alla teoria freudiana.

Allarga il campo il professore: Questa porta che si apre va ad aggiungersi a decine di studi precedenti che gi hanno mostrato correlazioni tra la terapia della parola e i circuiti neuronali, ma si trattava solo di due ben precise pratiche: le tecniche di rilassamento e la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Ora questa nuova apertura davvero grande. Cambia tutta la prospettiva. La psicoterapia diventa come un farmaco. Si fa chimica come il farmaco e come il farmaco cambia la chimica cerebrale. Agendo sulla corteccia orbitale o il metabolismo del cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress.

Ma, sia ben chiaro, sottolinea Massimo Biondi, non ogni psicoanalisi del genere illustrato sopra funziona. Deve essere fatta molto bene e in modo molto incisivo, la sua ultima raccomandazione. Aggiungiamo: molta cautela nella scelta del terapeuta.

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