"Tutti hanno una visione del mondo distorta"


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30/04/2012
h.15.40

Ognuno di noi ha una visione del mondo personale che molte volte non coincide con la realt, ma ne una distorsione. In questo caso, allora, possono affiorare problemi di vario tipo, spesso genericamente riconducibili a ansia o depressione.
Disturbi sempre pi frequenti nella nostra societ, causati dal modo in cui percepiamo noi stessi, l’ambiente esterno, le persone che ci circondano e da come viviamo le situazioni pi o meno negative della nostra vita. Ci da utili suggerimenti e spunti di riflessione la Dottoressa in Psicologia Cecilia Ferrari, attiva presso il Centro Medico Spallanzani.

Dottoressa Ferrari, come si affronta questo genere di problemi?
Innanzi tutto parlando dei problemi che si hanno. Evitare di ignorarli, magari per anni. Occorre infrangere il “muro del silenzio”, mettendosi in gioco di persona, ricorrendo ad aiuti “affidabili” che solo i professionisti del settore possono dare.
In altre parole occorre rivolgersi a uno psicologo. In Italia mostriamo ancora scarsa abitudine a rivolgerci a uno specialista di questo tipo, mentre oltreoceano cosa del tutto comune, una consuetudine radicata da anni nel costume degli statunitensi. Da noi la scelta di andare da uno psicologo incontra ancora una certa diffidenza.

In che cosa consiste il percorso psicologico che il paziente svolge seguito da un professionista come lei?
La terapia consiste in un viaggio dentro di s. E’ una scoperta avventurosa ed affascinante di s stessi e delle proprie emozioni, tal volta a tratti dolorosa. Un viaggio nel quale si guardano e si condividono cose alle quali non si voleva magari prestare attenzione, rendendole per cos molto pi accettabili e in quanto condivise, meno dolorose.
Ci si rivolge a uno psicologo per un consulto episodico, oppure per risolvere una situazione di disagio complessa, a 360 gradi, attinente a una dimensione esistenziale.

Dottoressa lei lavora anche in team con i medici di base ed i dietologi nei casi oggi sempre pi diffusi di disturbi del comportamento alimentare. Il cibo oggi pu essere sia un piacere ma divenire anche un problema per la nostra salute. Quali sono gli aspetti rilevanti dal punto di vista psicologico?
Sicuramente il panorama delle patologie connesse ai disturbi alimentari vede coinvolti diverse figure professionali tra cui dietiste, psicoterapeuti e medici di base. I problemi che scaturiscono da una scorretta alimentazione sono spesso scatenati dalla psiche e dall’elaborazione di informazioni che ci arrivano dai media in modo massivo circa precisi canoni estetici, sicuramente non salutari.
La percezione del nostro corpo ha effetti sulla psiche che innesta dei comportamenti alimentari pi o meno scorretti.
Alla base di questi disturbi alimentari a forte attinenza della sfera psichica annoveriamo anoressia e bulimia, ma stanno nascendo altre patologie tra cui la drunkoressia che diventa causa di morte, nel caso in cui la persona che ne soffre sia sottopeso, poich procura un dimagrimento patologico. L’anoressia oggi la prima causa di morte psichiatrica in Italia; muoiono oltre settemila anoressici all’anno. La drunkoressia una via di mezzo quindi tra l’anoressia, la mancanza o la riduzione volontaria dell’appetito e la bulimia che il suo esatto contrario.
Hanno un ruolo preponderante nello sviluppo di disturbi alimentari i c.d. fattori precipitanti: mancanza di comunicazione, solitudine, schemi rigidi di pensiero che divengono ossessioni, iperattivit ed ipercontrollo.

Quale il percorso che intraprende chi si rivolge a uno psicologo?
Al di l dei diversi approcci possibili, va sottolineato che affidarsi a uno psicologo significa non essere pi da soli ma in due. Ed il fatto di poter condividere i propri pensieri e sentimenti la base essenziale di un buon lavoro e del conseguimento di un obiettivo.

Il paziente riesce capire l’importanza di un suo coinvolgimento attivo? Persevera nel mettere in pratica i consigli terapeutici che gli vengono dati?
Chiaramente ci vuole un ingrediente fondamentale che la motivazione del paziente, quindi impegno e partecipazione; a quel punto si comincia a focalizzare l’attenzione su quelle che sono le emozioni, e nel rapporto di solida fiducia che si instaura con lo psicologo, il paziente riesce a creare una nuova situazione di empatia, tanto con s stesso quanto con gli altri.

Spesso chi soffre di queste patologie ansiogene e depressive mostra di non avere quelle doti empatiche che sembrano essere passate in secondo piano nell’uomo del terzo millennio. E’ cos?
Certo. Spesso i problemi derivano dal fatto che viviamo relazioni superficiali o “bloccate”, con chi ci vicino. Inoltre, oggigiorno, si attribuisce maggior attenzione all’apparire piuttosto che all’essere. In base a questo scenario risulta un’incapacit emotiva diffusa dell’uomo contemporaneo, caratterizzata da un basso grado di empatia e condivisione. Questi sono aspetti che naturalmente limitano sempre pi le persone, relegandole in un mondo “personale” e chiuso, e gettando l’individuo in una condizione di disagio psichico. Queste problematiche sono legate in qualche modo alla frenesia della societ di oggi, che ci porta a non riflettere su quello che viviamo e a perdere di vista i rapporti con le persone e le nostre emozioni.

Lo psicologo aiuta il paziente a riacquistare quella consapevolezza di s che andata persa?
S. Lo aiuta a comprendere s stesso. Lo mette in contatto con le origini dei propri pensieri, in sintonia con i sentimenti pi profondi. La comprensione reale del mondo passa attraverso la primaria comprensione di s. Questo porta la successo del percorso intrapreso, e come conseguenza si ottiene una migliore salute fisica ed un miglior rapporto con il proprio corpo, cos come una miglior tolleranza di eventuali sentimenti dolorosi ed una maggior consapevolezza della natura dei propri conflitti, arrivando a raggiungere un deciso miglioramento dei propri rapporti sia in ambito famigliare che in quello lavorativo. Un cammino, insomma, davvero importante e molto utile.

Quali sono i sintomi tipici della depressione ansiosa?
L’elenco lungo ma cercher in modo schematico di essere esaustiva:

  • depressione del tono dell'umore;

  • ansia accentuata, e in buona parte somatizzata, cio espressa attraverso dolori e fastidi fisici localizzati in diverse zone del corpo, di cui la persona si lamenta ripetutamente con grande preoccupazione;

  • irrequietezza motoria;

  • tendenza ad autocompiangersi e ad incolpare gli altri delle proprie condizioni;

  • pessimismo e sentimenti di incapacit ed inutilit;

  • mancanza di energia e presenza di affaticabilit;

  • insonnia, riferita in particolare alla difficolt ad addormentarsi e alla fragilit del sonno, con incubi e risvegli frequenti;

  • irritabilit ed apprensione;

  • disturbi della concentrazione e sensazione di "mente vuota".

Qualora si presentasse uno di questi sintomi il consiglio quindi incontrare uno Psicologo per un consulto.


Tommaso Villani

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