Tuo figlio non studia? E’ colpa del DNA

Se alla fine dell’anno vostro figlio vi porta una pagella disastrosa, non prendetevela con lui perchè è colpa del DNA. A sostenere questa tesi sono i ricercatori dell’Ohio State University.

L’autore di questo studio, il professor Petrill docente di Psicologia presso l’Ohio State University, ha affermato che i risultati emersi dopo anni di ricerche hanno portato alla luce dati rilevanti.

A quanto pare – spiega il responsabile dello studio – esisterebbe un intreccio tra basso rendimento scolastico e dna dell’individuo.

I ricercatori sono convinti che la volontà di mettersi sui libri a studiare dipende per metà dal patrimonio genetico dello studente.

Gli scienziati sostengono che è rilevante addirittura il 50% del patrimonio genetico (dna).

La mancanza di concentrazione, la svogliatezza e lo scarso rendimento sono solo alcuni dei segnali spiega il professor Petrill docente di Psicologia presso l’Ohio State University.

Nel corso di questo studio – pubblicato di recente sulle pagine della rivista scientifica Personality and Individual Differences – sono stati presi in esami ben 13 mila ragazzi gemelli.

Durante questi esami sono emersi dati relativi alla differente motivazione allo studio da parte di ogni singolo studente.

Tuo figlio non studia? Colpa del dna

L’autore del team di ricerche dell’Ohio State University spiega che sono stati coinvolti studenti di più Paesi: Regno Unito, Canada, Giappone, Germania, Russia e Stati Uniti.

Il target di questo campione è stato: ragazzi di età compresa tra i nove e i sedici anni.

I ragazzi (un campione di circa 13 mila ragazzi) hanno risposto ad un questionario.rendimento scuola dna

Le risposte – spiega il dottor Petrill – sono state poi confrontate.

Sono emersi “risultati abbastanza coerenti in ognuno dei sei Paesi presi in considerazione.

I risultati di questo studio suggeriscono che prima di sgridare nostro figlio perchè non studia o perchè prende brutti voti a scuola, dovremmo pensarci due volte.

“Abbiamo infatti scoperto – continua il professore – che esistono caratteristiche innate della personalità che riscuotono un forte impatto sulla motivazione.

Questo non significa che bisogna desistere dall’incoraggiare e dall’ispirare gli studenti, ma che sarà necessario tenere in considerazione il motivo per cui i rendimenti scolastici possono risultare differenti”.

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