Troppe foto e selfie cancellano i ricordi

Scienziati e psicologi concordano nel dire che troppe fotografie, specie i selfie, impigriscono il cervello umano, annebbiano i ricordi e facilitano la cancellazione degli stessi - di Francesca Scimenes

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La fotografia permette di catturare gli attimi più belli della nostra vita, con le persone che amiamo. Attenzione però, perché secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori neozelandesi della Victoria University di Wellington, guidati da Maryanne Garry docente di Psicologia, troppe foto e troppi selfie facilitano la cancellazione dei ricordi nella testa delle persone o comunque li rendono meno nitidi.

Come può accadere questo? Quando si è concentrati a fare troppe foto (selfie in particolare in quest’ultimo periodo) non si osserva bene ciò che ci circonda e si sottovalutano i momenti vissuti. Infatti, nel scattare una foto, quasi tutti non siamo totalmente spontanei: ci concentriamo per assumere la posa migliore, facciamo più tentativi per vedere in quale foto siamo usciti meglio e ci concentriamo per far rientrare nella foto anche il panorama che ci circonda. Così facendo finiamo col non ammirare con attenzione ogni particolare dell’ambiente e ci accontentiamo di vederlo solo attraverso lo schermo del telefono o delle macchine fotografiche. In sintesi spesso si sacrifica il presente in funzione, di solito, di un’immagine social da condividere, magari su Instagram o su Facebook.


Questo problema tende inoltre ad aggravarsi nel caso dei selfie, che secondo uno studio dell’American Psychiatric Association sarebbero indice di un primitivo disturbo mentale, dal momento che con questi scatti si vuole dare un’immagine ideale di sé, che rivela una mancanza di autostima o problemi legati all’intimità.

Come messo in evidenza dai ricercatori, dopo che tornano a casa, a volte le persone non sono nemmeno in grado di riordinare in ordine cronologico le foto scattate perché non si ricordano l’ordine esatto dei dettagli a causa della poca attenzione che hanno dimostrato nel momento che stavano vivendo. Il cervello, in altre parole, si è  impigrito.

Linda Henkel, scienziata che ha condotto uno studio analogo con la Fairfield University in Connecticut, ha dichiarato: “La gente spesso tira fuori le macchine fotografiche senza pensarci. Quando però si affidano alla tecnologia per ricordare, questo può avere un impatto negativo sul modo in cui si memorizzano le esperienze. Per ricordare, dobbiamo accedere e interagire con le foto, e non solo accumularle”.

Gli scienziati e gli psicologi invitano quindi a mettere qualche volta da parte le macchinette fotografiche e i cellulari e a vivere le situazioni, i viaggi, le emozioni, le feste, i concerti in prima persona piuttosto che attraverso una videocamera.

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