Teatro Festival a ritmo argentino E arriva il dramma psico-politico

IN SCENA A NAPOLI

Teatro Festival a ritmo argentino
E arriva il dramma psico-politico

Nei debutti del 13 e 14 giugno due pice di Veronese
Al San Ferdinando c' Summer di Daniele Salvo

NAPOLI – Tempo di Argentina al Napoli Teatro Festival Italia con i debutti del 13 e del 14 giugno. Spazio anche al dramma psicologico nel teatro che fu di Eduardo De Filippo.

LOS HIJOS SE HAN DORMIDO - Mercoled 13 giugno alle 19.30 va in scena al Teatro Nuovo la prima dello spettacolo Los hijos se han dormido, spettacolo tratto da Il Gabbiano di Anton Čechov, regia di Daniel Veronese. Quest’anno il Napoli Teatro Festival Italia presenta un Focus dedicato al teatro argentino: cinque spettacoli messi in scena da tre dei pi interessanti registi portei: Claudio Tolcachir, Romina Paula e Daniel Veronese. Si comincia con Veronese. Quest’ultimo, cinquantacinque anni, una delle figure di riferimento del teatro argentino di Buenos Aires del periodo della post-dittatura. La sua attivit ha inizio agli inizi degli anni ‘90, quando fonda El Perifrico de Objetos, collettivo di teatro di figura "per adulti" che con le sue opere segna l'immaginario di molti artisti rioplatensi. Contemporaneamente Veronese inizia a scrivere testi propri, che sono pubblicati in tre volumi, drammaturgie frammentarie, sospese in un presente "contaminato", popolato da personaggi spesso senza nome e "psicologia". Sul finire degli anni ‘90 il drammaturgo argentino diventa anche regista, dapprima mettendo in scena i propri testi, poi indagando le scritture di Cechov, Jon Fosse, Ibsen. Dieci gli attori in scena, un gruppo affiatato che lavora insieme da tempo, in questo caso muovendosi in una scena unica, andando e venendo in maniera frenetica in un andamento che sembra destinato a finire in un’esplosione. Repliche il 14 giugno alle 20 e il 15 giugno alle 21.

SUMMER - Gioved 14 giugno alle 20 al Teatro San Ferdinando va in scena Summer, testo di Edward Bond, regia di Daniele Salvo, protagonista Elisabetta Pozzi. Un dramma psico-politico di straordinaria attualit andato in scena qualche anno fa con successo al National Theatre di Londra con la regia dell’autore Edward Bond. Il testo studia gli “effetti” e le reazioni che la guerra e la violenza possono causare sulla psiche umana. Bond crede in un teatro legato all’attualit e questo suo modo di mettere in scena la realt porta lo spettatore ad assistere al dramma, come se stesse assistendo ad un fatto di cronaca. Nessuno esce indenne da una guerra: ci sono immagini che non si possono dimenticare e rancori che non si possono cancellare. Summer si svolge in una casa sul mare di un’isola della ex Jugoslavia. Il nodo centrale del dramma l’incontro di due donne, Marta e Xenia, il cui passato era strettamente legato al periodo dell’occupazione nazista prima e durante l’ultima guerra mondiale. La famiglia di Xenia era una famiglia borghese, la pi ricca dell’isola. Per non perdere le proprie prerogative aveva stabilito una certa connivenza con gli invasori nazisti. Marta a quel tempo era domestica in casa di Xenia. Ora la situazione si rovesciata. Dopo la fine della guerra Marta ha guadagnato la sua indipendenza e vive nella casa, una volta propriet di Xenia. Marta gravemente malata e sul punto di morire. A distanza di 40 anni le due donne si rinfacciano i torti subiti, le ambiguit di comportamento e le mezze verit. Un incontro casuale con un ex militare tedesco, tornato nell’isola in vacanza con i nipoti, rivela che l’isola, qualche anno prima, era un campo di concentramento nazista. Da qui lo spettatore viene a conoscere di dettagli incredibili sulle violenze perpetrate sull’isola. I tre personaggi testimoni diretti degli avvenimenti, Marta, Xenia e il Tedesco, propongono tre diverse rievocazioni dello stesso passato, tra verit e allucinazione. Si sviluppa da qui una vicenda tesissima e delicatissima, raccontata da tre punti di vista diversi. Bond analizza il rapporto Vita - Morte, Guerra - Coscienza umana, mettendo lo spettatore al centro di un conflitto appassionante e di grande attualit, andando alla ricerca della versione reale dei fatti accaduti. Repliche 15 giugno alle 19 e 16 giugno alle 20.

ESPA A UNA MUJER QUE SE MATA - Gioved 14 giugno alle 22.30 va in scena il secondo spettacolo del regista e scenografo argentino Daniel Veronese. Il titolo: Espa a una mujer que se mata, ispirato a Zio Vanja di Anton Čechov e inserito nell’ambito del Focus sulla nuova scena argentina. Lo spettacolo stato definito da Le Figaro un miracolo di poesia che strappa lacrime e risate. Veronese racconta la crisi argentina del 2001 attraverso Zio Vanja di Anton Čechov. Il regista interpreta la psicologia di Vanja e Astrov con un realismo disincantato tipicamente sudamericano in cui si fondono la disillusione cechoviana e lo spirito romantico e passionale del teatro argentino. Al centro della scena c’ un universo ridotto alle dimensioni di una minuscola sala da pranzo dove tutti i personaggi si riuniscono, bevono, giocano, si burlano l’uno dell’altro, recitano interrogandosi contemporaneamente sul mondo e sul teatro. tanta l’energia degli attori in scena da trascinare lo spettatore in un viaggio nel cuore del teatro d’arte, di quel teatro che si offre generosamente ai suoi interlocutori, che interroga e provoca, che si disputa nell’istante stesso della rappresentazione. In questo salotto familiare non ci saranno costumi di scena, n melodie bucoliche. Denudato fino all’osso, lo spettacolo pone interrogativi universali sull’amore, la natura, la ricerca della verit attraverso l’arte. Dio, Stanislavskj e Genet, cos, nelle note di regia, Veronese descrive il suo Espa a una mujer que se mata. In un momento storico in cui in Argentina, e altrove, i legami sociali si disgregano sempre pi, questo adattamento di Zio Vanja rimarca l’elemento sovversivo e accentua la grande attualit delle opere di Čechov. La crisi argentina del 2001 ha colpito in modo cos profondo l’intera societ da imporre a Veronese un paragone necessario con il marasma russo del secolo precedente a Čechov. Per Daniel Veronese il teatro non mai il luogo del ricordo dove le opere si conservano nella naftalina, ma il luogo del presente, del mondo di oggi illuminato dalle luci del passato. Repliche il 15 giugno alle 23.30 e 16 giugno alle 22.30.

Redazione online13 giugno 2012 RIPRODUZIONE RISERVATA

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